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Grace, sopravvissuta al genocidio del Ruanda, ritrova la famiglia dopo 25 anni sui social

Grace Umutoni aveva perso i genitori e qualsiasi contatto con la sua famiglia di origine quando aveva due anni a causa del genocidio scoppiato in Ruanda nel 1994. Grazie a delle foto che ha diffuso su diversi social media è riuscita a rintracciare molti dei suoi parenti sopravvissuti. Ricerca che tramite i canali ufficiali era sempre fallita.
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Grace Umutoni aveva solo due anni quando è rimasta orfana a causa del genocidio che, nel 1994, ha devastato il Ruanda. Sul suo passato non aveva nessuna informazione. Conosceva solo l'orfanotrofio di Kigali, la capitale del paese, dove era stata portata insieme ad un fratellino di quattro anni morto però poco dopo l'arrivo in istituto. Oggi, grazie ai social media, Grace infermiera di 28 anni, è riuscita lì dove i canali ufficiali hanno fallito ed ha ritrovato una parte della famiglia che credeva di aver perso. La ricerca era iniziata lo scorso aprile, quando la ragazza aveva pubblicato diverse sue foto su vari gruppi WhatsApp, Facebook e Twitter. Le immagini hanno iniziato a circolare e diversi mesi dopo un uomo, Antoine Rugagi, l'ha contattata per dirle che somigliava molto a sua sorella uccisa nei primi giorni degli scontri.

Il genocidio è stato uno degli episodi più sanguinosi della storia dell'Africa. Secondo le stime di Human Rights Watch, dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994, in circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente più di 800.000 persone. Le vittime erano prevalentemente di etnia Tutsi, che componevano circa il 20% della popolazione, ma le violenze finirono per coinvolgere anche persone di etnia Hutu, appartenenti invece alla maggioranza del paese. I bambini rimasti soli senza genitori sono stati migliaia. Molti di loro sono ancora alla ricerca di indizi sulle proprie famiglie di origine. Una ricerca resa ancora più difficile dal fatto che in Ruanda le famiglie tradizionalmente non condividono i cognomi.

Grace invece ce l'ha fatta, e attraverso i test del Dna, ha avuto la conferma di aver ritrovato i suoi parenti e ha potuto aggiungere alla propria storia le informazioni che le mancavano. Il nome che le era stato dato alla nascita dai suoi genitori, entrambi di etnia tutsi, era Yvette Mumporeze. "Per quanto mi trattasse bene la famiglia adottiva, non riuscivo a non pensare alla mia famiglia biologica, ma l'unico riferimento che mi è stato dato era il nome Yves e la località di Nyamirambo – troppe poche informazioni anche per iniziare una ricerca" ha spiegato la ragazza. Ora Grace è curiosa di sapere di più sui suoi genitori e appena finirà la pandemia di coronavirus è prevista una grande riunione di famiglia. Nel frattempo sta conoscendo zii e cugini a distanza tramite WhatsApp e ha scoperto di avere un fratellastro maggiore che vive a Kigali.

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