Germania, esperimento choc: studenti universitari in carcere “per capire come si sta”

Sessanta studenti tedeschi di giurisprudenza e 20 docenti hanno partecipato a un esperimento assai curioso: trascorrere 4 giorni e 3 notti rinchiusi nel carcere di Oldenburg, nel Nord-Ovest della Germania, andato ufficialmente in pensione a fine marzo, dopo quasi 160 anni di storia.
I futuri magistrati o avvocati e i loro professori, provenienti dagli atenei di Amburgo, Gottinga, Greifswald e Münster, sono entrati mercoledì, mettendosi diligentemente in fila, e fin da subito sono stati trattati come se fossero dei carcerati: hanno dovuto lasciare all’ingresso tutti gli effetti personali. Subito dopo sono stati assegnati alle varie celle, tutte rigorosamente senza radio, né tv: c’è chi è stato messo in isolamento, chi ha dovuto condividere uno spazio angusto con altre due persone. Sono stati sorvegliati 24 ore su 24, hanno mangiato negli stessi piatti, dormito negli stessi letti e si sono lavati con gli stessi asciugamani utilizzati fino a tre settimane fa dai carcerati veri, che nel frattempo, a seguito della chiusura definitiva del penitenziario, sono stati trasferiti in un’altra prigione di Oldenburg.
Ma come si svolgeva la giornata degli 80 volontari? Sveglia alle 6, controlli di routine. Consumazione dei semplici pasti direttamente in cella, doccia in comune, camminata in cortile, e alle 22 celle chiuse. Hanno lasciato la prigione una sola volta – per spostarsi in un’altra: il nuovo carcere di massima sicurezza di Oldenburg, dove per un giorno hanno visitato le celle, la sala colloqui, le officine e hanno parlato con due carcerati. Sabato mattina sono stati tutti rilasciati. Com’è andata? Alcuni hanno usato lo stesso aggettivo per descrivere la sensazione provata: “Opprimente”.