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Gaza, Hamas accetta tregua umanitaria. Netanyahu respinge proposta Usa

Hamas è pronta ad accettare la proposta di Israele di prolungare il cessate il fuoco di 24 ore, ma il premier israeliano accusa: “Stanno violando il patto, no alla proposta Usa. L’unica valida è quella egiziana”.
A cura di Antonio Palma
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Ore 15.50 – Netanyahu respinge la proposta Usa – Benjamin Netanyahu ha detto alle proposte del segretario di stato USA John Kerry per una tregua, confermando che l'unica iniziativa valida resta quella egiziana, che invece per Hamas rappresenterebbe "la resa". Lo affermano media in Israele, citando interviste del premier ad emittenti statunitensi."Hamas sta violando la tregua di 24 ore che aveva annunciato". Ha aggiunto il premier israeliano in un'intervista alla Cnn.

UPDATE: Hamas accetta nuova tregua umanitaria. Dopo un primo no arrivato ieri al prolungamento del cessate il fuoco fino alla mezzanotte di oggi, Hamas torna sui suoi passi e accetta un nuova tregua. La nuova tregua umanitaria dovrebbe durare 24 ore con inizio alle 14 di domenica. "In risposta all'intervento dell'Onu e considerando la situazione del nostro popolo e in occasione della festa di Eid, è stato concordato tra le fazioni della resistenza di accettare una calma umanitaria di 24 ore a partire dalle 14.00 di domenica locali" ha spiegato infatti un portavoce dell'organizzazione palestinese citato anche dai media israeliani. Il riferimento di Hamas è alla festa per la fine del Ramadan. Poco prima anche Papa Francesco, durante l'Angelus a San Pietro, ha chiesto alle parti in lotta di fermare la scia di sangue.  "Questa è l'ora di fermarsi, il signore conceda alle popolazioni e alle autorità la saggezza e la forza necessarie per portare avanti con determinazione il cammino della pace, affrontando ogni diatriba con la tenacia del dialogo" ha spiegato il Pontefice, aggiungendo: "Basta guerre. Basta bambini morti".

È durata pochissime ore la tregua umanitaria a Gaza chiesta a gran voce dalle Nazioni Unite per soccorrere feriti e popolazione civile palestinese. Sabato infatti il governo di Tel Aviv aveva accettato di prolungare il cessate il fuoco fino alla mezzanotte di domenica, ma dopo alcuni lanci di missili da parte di Hamas l'aviazione israeliana ha immediatamente fatto scattare nuovi raid aerei a Gaza bombardando la Striscia. Le operazioni dell'esercito di Tel Aviv sono riprese in particolare dopo l'uccisione di un soldato israeliano colpito a morte da un colpo di mortaio sparato al confine con la Striscia di Gaza. La risposta israeliana non si è fatta attendere e questa mattina l’aviazione ha ripreso a lanciare bombe e missili su obiettivi palestinesi. Del resto il consiglio di sicurezza israeliano, presieduto dal premier Benyamin Netanyahu, aveva già precisato che l’esercito avrebbe continuato a neutralizzare i tunnel a Gaza anche durante la tregua e sarebbe stato pronto da interrompere immediatamente il cessate il fuoco in caso di violazioni della pausa stessa da parte dei palestinesi.

Soldato israeliano ucciso

Hamas dal suo canto pochi minuti dopo la fine della tregua di ieri aveva ripreso a sparare missili su Israele mettendo in allarme l'esercito della Stella di David. In mattinata le sirene hanno suonato nel centro di Israele, cinque razzi sono stati lanciati vero le regioni di Ashdon e Ashkelon mentre altri due sono stati intercettati nel centro del paese da parte del sistema antimissile Iron Dome. "L’aviazione israeliana ha ripreso i raid sulla striscia di Gaza alla luce dei ripetuti attacchi di razzi da parte di Hamas durante il cessate il fuoco umanitario" hanno spiegato i portavoce militari israeliani, confermando che dopo l'uccisione del soldato salgono a 43 i militari israeliani morti dall’inizio delle operazioni su Gaza.

Le proteste palestinesi anche in Cisgiordania

Nella Striscia di Gaza invece in venti giorni di conflitto si contano ormai più di mille morti e oltre a 6mila feriti  tra combattenti e popolazione civile con un disastro umanitario di enormi proporzioni. Una situazione che ha scatenato le proteste dei palestinesi anche in Cisgiordania dove moltissime persone sono scese in piazza dando vita a manifestazioni anche violente. Ora si teme che l'escalation di violenza in Medio Oriente possa allargarsi ancora di più e coinvolgere tuta la popolazione palestinese dando vita ad una Terza Intifada. "La Terza Intifada arriverà perché i soprusi dei coloni non si fermeranno così come la costruzione dei nuovi insediamenti e le azioni barbariche contro i palestinesi" assicurano infatti da Hamas.

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