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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Gaza, l’Onu approva la risoluzione USA: cosa cambia nella Striscia con il via libera al piano Trump

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha dato il via libera alla risoluzione degli Stati Uniti che prevede la nascita di un “Board of peace” che governerà la Striscia di Gaza con una Forza internazionale di stabilizzazione. C’è anche un riferimento a uno Stato palestinese, cosa che ha spinto Russia e Cina ad astenersi invece di usare il loro potere di veto.
A cura di Luca Pons
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Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha deciso di approvare la risoluzione presentata dagli Usa che, in pratica, consisteva in un appoggio al piano proposto da Donald Trump per il futuro della Striscia: un organo di governo ancora da definire, chiamato Board of peace, dirigerà le operazioni di una Forza internazionale di stabilizzazione la cui composizione non è ancora chiara.

L'appoggio delle Nazioni unite è arrivato dopo un compromesso: la risoluzione statunitense nella prima versione non parlava di uno Stato palestinese, ma questo le aveva tolto il supporto dei Paesi arabi e, quindi, di Cina e Russia. Alla fine un riferimento è stato aggiunto e Mosca e Pechino si sono astenute invece di usare il diritto di veto.

Il testo è stato criticato da Hamas, perché impone una "tutela internazionale" sulla Striscia, mentre l'Autorità nazionale palestinese si è detta favorevole. Anche Israele si è opposto, dato che si fa riferimento a uno Stato palestinese. Il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha detto che, se l'Onu riconosce uno Stato di Palestina, il primo ministro Netanyahu dovrebbe ordinare di assassinare membri di peso dell'Autorità palestinese e arrestare il suo presidente Abu Mazen.

Cosa prevede la risoluzione USA per Gaza approvata dall'Onu

La risoluzione 2803 serve per andare formalmente oltre la prima fase del piano statunitense, che ha portato a un cessate il fuoco e all'aumento degli aiuti umanitari a Gaza. Sempre in teoria, visto che le uccisioni da parte dell'esercito israeliano non si sono fermate.

L'ambasciatore statunitense Mike Waltz ha detto che è "il primo passo per consolidare la pace e costruire la stabilità dell’intera regione". Donald Trump ha commentato sui social facendo le congratulazioni "al mondo" per il voto dell'Onu.

Il presidente Usa ha parlato dei contenuti della risoluzione. Sulla carta questa prevede il disarmo di Hamas, l'ulteriore ritirata dell'Idf (l'esercito israeliano) dalla Striscia, ma soprattutto la nascita di un governo tecnocratico temporaneo, chiamato Board of peace.

Non si sa ancora ufficialmente da chi sarà guidato il Board, anche se Trump ha detto: "Sarò io a presiederlo, e includerà i leader più potenti e rispettati al mondo". I membri, ha detto il leader degli Usa, "saranno annunciati nelle prossime settimane". Si è molto parlato, negli ultimi mesi, dell'ex premier britannico Tony Blair tra i possibili componenti.

Questo organo, da quanto è emerso, non sarà in alcun modo sottoposto al controllo delle Nazioni unite, né dovrà seguire le indicazioni date dalle loro risoluzioni. Dovrebbe governare in modo temporaneo, gestendo la fase della ricostruzione, prima di restituire il potere all'Autorità nazionale palestinese.

Il Board of peace dovrà anche approvare la guida di una Forza internazionale di stabilizzazione, composta da 20mila soldati. Ma non si è ancora stabilito chi ne farà parte. Si sa solo che i Paesi che forniranno militari alla Forza dovranno cooperare e consultarsi con Egitto e Israele, che ha messo un veto informale sui militari turchi. Peraltro, la Forza di stabilizzazione potrebbe anche avere il compito di smilitarizzare Hamas ‘forzosamente', se l'organizzazione (come ha già dichiarato) rifiuterà di lasciare le armi. Non è chiaro quali e quanti Paesi saranno disposti a inviare i propri militari nella Striscia.

In ultimo la risoluzione prevede la nascita di una Commissione tecnocratica palestinese. Questa avrà il compito di gestire le esigenze logistiche quotidiane nella Striscia, soprattutto facilitando l'accesso degli aiuti umanitari, sempre sotto il controllo del Board. Come per tutti gli altri organi citati, però, non c'è chiarezza su chi saranno i componenti della Commissione.

Perché Cina e Russia si sono astenute

Il nodo per ottenere l'appoggio di Cina e Russia è stato il riferimento allo Stato di Palestina. La prima versione del testo presentato dagli Stati Uniti non prevedeva nessuna menzione di un'entità statale palestinese. Questo assicurava il sostegno di Israele, ma aveva portato a proteste dei Paesi arabi. Per questo, Pechino e Mosca avevano minacciato di astenersi.

La Russia aveva anche presentato un testo alternativo, ben più sfavorevole nei confronti di Israele. Questo è servito soprattutto come strumento per negoziare, e spingere gli Usa al compromesso. Non è noto, naturalmente, se i tre Paesi abbiano raggiunto anche accordi di altro tipo – ad esempio con ‘concessioni' statunitensi in ambiti come il commercio, la guerra in Ucraina o altro ancora.

Fatto sta che gli Stati Uniti hanno presentato un nuovo testo in cui si afferma che "potrebbero finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l'autodeterminazione e la sovranità palestinese" e che gli Usa "avvieranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico per una coesistenza pacifica e prospera". Questo è bastato per scatenare la reazione negativa di Israele, ma anche per spingere Cina e Russia a scegliere l'astensione.

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