Gaza, l’allarme del medico a Fanpage: “Negli ospedali situazione tragica, si rischia la chiusura totale”

"La situazione negli ospedali di Gaza è tragica. Fra poche settimane si rischia la chiusura totale delle strutture sanitarie, manca la corrente e i macchinari non funzionano. Senza elettricità le terapie intensive non possono accogliere feriti gravi". A parlare intervistato da Fanpage.it è Foad Aodi, fisiatra di origine palestinese, docente all'Università di Tor Vergata e giornalista, che in contatto costante con i colleghi operativi nella Striscia di Gaza, aggiorna la nostra testata sulla situazione in cui versano le strutture sanitarie.
"Il 95 per cento degli ospedali non possono effettuare cure complete, sono paralizzati. Ci sono bambini che muoiono in terapia intensiva, perché nelle strutture ospedaliere non c'è più corrente e i medici non possono fare nulla per salvarli".
Sono oltre 65mila i morti palestinesi di cui 20mila bambini. Ogni ora un bambino muore di fame, per le complicazioni di ferite gravi o malattie non curate. Sono 62mila le donne in gravidanza che rischiano aborti. Oltre alla fame e a morire sotto alle bombe la popolazione deve far fronte ad un alto rischio di diffusione di malattie infettive, epatiti, paralisi infantili, malattie cutanee. Il rischio di diffusione di virus è causato anche dalla presenza di cadaveri umani per le strade.
Il medico a Fanpage.it: "Negli ospedali di Gaza manca tutto"
Negli ospedali di Gaza manca tutto, spiega Aodi: "Servono medici specialisti, ortopedici, pediatri, ginecologi, pneumologi, neurochirurghi, anestesisti. Mancano laboratori per fare diagnosi tempestive, mancano sangue per le trasfusioni e strumenti chirurgici. Servono farmaci, anestetici e tutto ciò che rientra nell'ambito dell'emergenza. Tantissimi pazienti cronici non prendono ormai da tempo i farmaci per curare le loro patologie come ad esempio quelli per cuore e reni. Sono oltre 1200 i pazienti che aspettano la dialisi, ma non riescono a farla e rischiano di morire per le infezioni. Le dialisi sono state ridotte prima da tre volte alla settimana a due e poi ad una volta a settimana. Ma adesso pazienti le fanno una volta ogni due o tre settimane, perché mancano i macchinari e l'elettricità che serve ad alimentarli per ore".
"Ci sono medici che non riposano per settimane"
I medici negli ospedali di Gaza lavorano senza sosta. "Sono costretti a dover praticare piccoli interventi chirurgici senza anestesia – spiega Aodi – è una situazione molto grave e triste. I professionisti negli ambienti sanitari lavorano tantissime ore per fare il loro meglio come possono. Spesso restano senza mangiare per dare il loro cibo ai pazienti e dormono molto poco. Ci sono medici che non si riposano per settimane".
"Urgenti corridoi umanitari, aprire gli ospedali italiani"
Il professor Aodi ha ribadito l'appello dei medici per il cessate il fuoco, per l'urgenza di assicurare corridoi sanitari immediati, specialmente per soccorrere i bambini. "Siamo pronti a intervenire con delegazioni di medici da vari Paesi che stanno aderendo. Chiediamo che gli aiuti arrivino in maniera trasparente direttamente a chi ne ha bisogno e in tempo prima della scadenza dei farmaci. È importante che venga garantito ai nostri professionisti di lavorare in sicurezza per salvare vite umane e aprire le porte degli ospedali italiani".