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Fukushima, in mare acqua radioattiva 7,5 milioni di volte oltre la norma

Mutazioni genetiche nei pesci, compromissione della catena alimentare e iodio radioattivo intrappolato per centinaia di anni nei sedimenti marini: l’incubo nucleare di Fukushima fa tremare il mondo.
A cura di Alessio Viscardi
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Fukushima

Prima dello sversamento di acqua “lievemente contaminata” dalla centrale nucleare di Fukushima in mare, avvenuto ieri, la Tepco aveva effettuato test sulle acque vicine la costa rilevando radiazioni 7,5 milioni di volte superiori ai livelli imposti per legge. Iodio 131 che potrebbe causare mutazioni nei pesci e negli altri organismi marini, inquinando per centinaia di anni quel tratto di costa e mettendo a repentaglio la salute di tutti gli esseri umani con la compromissione della catena alimentare naturale. La più drammatica conseguenza del terremoto in Giappone potrebbe essere un incubo nucleare peggiore di Chernobyl.

Alghe, tonni e pesci, l'ecosistema del mare davanti la centrale nucleare di Fukushima è profondamente compromesso dalle radiazioni emesse dai reattori danneggiati. La decisione presa ieri di rilasciare acqua leggermente radioattiva dalla centrale non può che peggiorare la situazione drammatica in cui versa il mare contaminato. La diluizione delle acque radioattive nel mare potrebbe causare profonde mutazioni genetiche in tutti gli organismi viventi che vivono anche molto lontano da Fukushima e che vengono regolarmente pescati e rivenduti in tutto il mondo. Il biologo marino Silvio Grego parla di catastrofe: “Questa è una vera e propria catastrofe, perché i radionuclidi agiscono sul Dna, quindi oltre alla mortalità immediata ci sono effetti a lungo termine. Quantificare il danno è molto difficile, perch‚ gli unici studi scientifici sono stati fatti dopo i test nucleari degli anni ’50 e i risultati sono segreti, ma si possono ipotizzare scenari veramente tragici”.

Il principale danno che si paventa dalla contaminazione del mare è la mutazione del Dna di pesci e altri organismi marini: il contatto con le sostanze radioattive può provocare delle mutazioni strane nella progenie dei pesci che si riflettono nella capacità di riprodursi. Uova e larve di pesci possono sviluppare mutazioni letali. Le alghe possono accumulare le sostanze radioattive che necessitano di centinaia di anni per diminuire la propria pericolosità. Infine, lo iodio 131 oltre a diluirsi in mare, potrebbe rimanere intrappolato nei sedimenti sul fondo dell'oceano, continuando a contaminare con la propria radioattività 7,5 milioni di volte superiore al tollerabile chilometri di costa.

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