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Negata la libertà vigilata a Erik Menéndez: “È un rischio per la società”. Oggi si decide per il fratello Lyle

Erik Menéndez non otterrà la libertà vigilata: la richiesta del 54enne è stata respinta e solo fra tre anni potrà richiedere una nuova revisione. Lui e il fratello Lyle, la cui sorte sarà decisa separatamente oggi, venerdì 22 agosto, sono stati condannati per aver ucciso i loro genitori, José e Kitty, nel 1989. La loro storia è stata raccontata in una serie Netflix che ha riaperto il dibattito sulla vicenda.
A cura di Eleonora Panseri
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A sinistra, Erik Menéndez prima dell’udienza; a destra, una foto d’epoca insieme al fratello Lyle.
A sinistra, Erik Menéndez prima dell’udienza; a destra, una foto d’epoca insieme al fratello Lyle.

Erik Menéndez non otterrà la libertà vigilata. La richiesta del 54enne, noto negli Stati Uniti e a livello internazionale per aver ucciso insieme al fratello Lyle i genitori nella loro villa di Beverly Hills nel 1989, è stata respinta. Solo fra tre anni potrà richiedere una nuova revisione.

La decisione è un brutto segno per il fratello Lyle, 57, la cui sorte sarà decisa separatamente oggi, venerdì 22 agosto. La loro storia è stata raccontata in una serie Netflix che ha riaperto il dibattito sulla vicenda.

L'omicidio di José e Kitty Menéndez nel 1989 e il processo ai figli

I due fratelli sono tra i detenuti più "famosi d'America". Quando uccisero il padre José e la madre Kitty con fucili da caccia avevano soltanto 18 e 21 anni. L'uomo fu raggiunto da cinque colpi, anche alle ginocchia, la donna invece morì mentre tentava di fuggire strisciando.

I fratelli inizialmente dissero che gli omicidi potevano essere stati maturati nell'ambiente mafioso. Ma nei giorni e nelle settimane successive cambiarono versione più volte. Solo quando gli investigatori ottennero la registrazione di una seduta di psicoterapia, durante la quale Erik confessò l'omicidio, i due furono arrestati.

I pubblici ministeri accusarono i due di aver compiuto gli omicidi per ereditare il patrimonio familiare di 14 milioni di dollari. In tribunale, i loro avvocati sostennero che si fosse trattato di un tentativo di autodifesa sostenendo che i due fratelli erano stati violentati per anni dal padre e che la madre, pur essendone a conoscenza, non era mai intervenuta.

Il processo, nei primi anni '90, è stato uno dei primi a essere trasmesso in televisione e la loro storia è diventata nota al grande pubblico anche fuori dagli States grazie a una serie e a un documentario Netflix lo scorso anno.

Perché i giudici hanno negato la libertà vigilata a Erik Menendez: attesa per le sorti di Lyle

La libertà vigilata dei due fratelli è stata richiesta dalle loro famiglie e sostenuta da diverse celebrità. I loro sostenitori li descrivono come "detenuti modello" che sono cambiati in carcere.

Tuttavia, nelle scorse ore la commissione del Dipartimento di Correzione e Riabilitazione della California ha ritenuto che Erik Menéndez possa rappresentare ancora un pericolo per la società.

Pur riconoscendo i suoi progressi, è stata espressa preoccupazione per il suo consumo di droghe e alcol durante la sua detenzione fino al 2013, per il suo uso di telefoni di contrabbando e per le accuse di aver aiutato una gang dal suo carcere circa dieci anni fa.

Il caso dei due fratelli ha comunque fatto progressi significativi dopo la messa in onda della serie Netflix. Inizialmente condannati all'ergastolo, i Menéndez a maggio hanno ottenuto una riduzione di pena a 50 anni, accedendo così alla possibilità di fare la richiesta per la libertà vigilata.

Alla domanda se credesse ancora di aver agito per legittima difesa, Erik ha risposto di "no", ma ha anche sottolineato che all'epoca l'influenza psicologica di suo padre era tale che non riusciva a immaginare di scappare. "Voglio solo che la mia famiglia capisca che sono infinitamente dispiaciuto per quello che ho fatto passare loro", ha aggiunto.

Un rimorso che il procuratore distrettuale di Los Angeles Habib Balian ha ritenuto insincero. Il procuratore distrettuale della contea di Los Angeles, Nathan Hochman, che si è opposto al rilascio dei fratelli dal carcere, ha applaudito una decisione che "rende giustizia a José e Kitty Menendez, vittime dei brutali omicidi perpetrati dai loro figli il 20 agosto 1989".

Dopo il rifiuto della libertà vigilata per Erik Menéndez, sembra quindi allontanarsi il possibile rilascio dal carcere per il fratello Lyle, anche se i loro casi vengono esaminati separatamente.

Se la commissione dovesse disporre, al contrario, il suo rilascio oggi, il 57enne non potrà comunque lasciare il carcere immediatamente. Il processo può durare fino a quattro mesi e la decisione finale spetta al governatore della California, Gavin Newsom che ha il potere di confermare o negare la libertà vigilata, o richiedere una revisione alla commissione.

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