Dopo Colangelo, l’Italia vuole riportare a casa anche Paolo Bosusco

Due settimane in ostaggio dei guerriglieri maoisti. Tanto è durato il sequestro di Claudio Colangelo, liberato ieri nelle selve dell'Orissa: «Spero che anche Paolo venga presto rilasciato. Noi non c'entriamo niente con questa guerra» le prime parole del turista preso in India, che ha affermato di essere in buone condizioni fisiche. Il riferimento, naturalmente, è a Paolo Bosusco ancora nelle mani dei ribelli. Oggi è tornato a parlare il loro leader, Sabyasachi Panda, dicendosi disposto a riaprire le trattative col governo e ammettendo l'esistenza di spaccatura interne al movimento maoista.
«Paolo Bosusco sarà liberato se il governo dell'Orissa accoglierà almeno due» delle 13 richieste precedentemente avanzate e che a Colangelo è stato data la libertà solo per un atto umanitario. Nello stesso intervento Panda ha anche spiegato che i due italiani sono stati trattati con rispetto e non gli è mai mancata «acqua, cibo e carte da gioco» durante la prigionia. Sebbene i due «non si siano pentiti di aver scattato foto delle nostre donne seminude» aggiunge il capo dei guerriglieri, ricordando come questo sia stato il motivo che ha portato al loro sequestro. L'uomo sottolinea inoltre come Bosusco e Colangelo gli abbiano fatto presente che «non avrebbero problemi se un indiano scattasse foto di donne italiane seminude in Italia. Ma noi non siamo d'accordo con questa idea degli italiani». A tal proposto, il leader dei maoisti sostiene che «noi non accettiamo il concetto di "globalizzazione culturale" a cui i due italiani sembrano aderire».
Poco dopo la sua liberazione, Claudio Colangelo ha ricordato i momenti del rapimento avvenuto «lungo un fiumiciattolo» mentre «facevamo il bagno». Il medico romano sottolinea però di non aver mai scattato fotografie compromettenti, solo foto «ricordo». Colangelo ha chiarito di non aver mai contratto la malaria durante la permanenza nella foresta dell'Orissa «dove faceva molto caldo». Bosusco ha avuto invece un «attacco, ma limitatissimo». Dice di non avercela con chi lo ha rapito, nonostante «si siano presi 10 giorni della mia vita, che valgono come 10 anni».