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Guerra in Ucraina

Diga di Kakhovka, l’ISIN spiega quali sono i pericoli reali per la centrale nucleare di Zaporizhzhia

L’intervista di Fanpage.it a Fabrizio Trenta, responsabile della Sezione Centrali nucleari e protezione fisica dell’ISIN: “Allo stato attuale il danneggiamento della diga di Kakhovka non presenta una particolare criticità per la sicurezza della centrale di Zaporizhzhia. In ogni caso, eventuali incidenti, anche gravi come quello avvenuto a Chernobyl, avrebbero ricadute significative soprattutto in Ucraina e nei paesi limitrofi, meno in Italia”.
Intervista a Fabrizio Trenta
responsabile della Sezione Centrali nucleari e protezione fisica dell'ISIN
A cura di Ida Artiaco
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"Allo stato attuale, come dichiarato anche dalla IAEA, il danneggiamento della diga di Kakhovka non presenta una particolare criticità per la sicurezza della centrale di Zaporizhzhia. In ogni caso, eventuali incidenti, anche gravi come quello avvenuto a Chernobyl, avrebbero ricadute significative soprattutto in Ucraina e nei paesi limitrofi".

A parlare a Fanpage.it è l'ingegnere Fabrizio Trenta, responsabile della Sezione Centrali nucleari e protezione fisica dell'ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione), spiegando quali sono i rischi reali ed eventuali legati al funzionamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel Sud dell'Ucraina, dopo la distruzione della diga di Kakhovka, vicino a Kherson, da parte delle forze russe.

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Dopo la distruzione della diga di Kakhovka in Ucraina è scattato l’allarme per la vicina centrale nucleare di Zaporizhzhia. La IAEA ha rassicurato sul fatto che non c’è nessun pericolo immediato ma che continuerà a monitorare la situazione. Quali sono i rischi maggiori?

"Allo stato attuale, come dichiarato anche dalla IAEA, il danneggiamento della diga non presenta una particolare criticità per la sicurezza della centrale di Zaporizhzhia, trovandosi a circa 140 km a Sud di essa ed essendo al momento la riserva idrica sufficiente a garantire la funzione di refrigerazione della centrale.

In ogni caso, eventuali incidenti, anche gravi come quello avvenuto a Chernobyl, avrebbero ricadute significative soprattutto in Ucraina e nei paesi limitrofi. In Italia, considerata la distanza, le conseguenze di contaminazione dei territori correlate alla propagazione di una nube radioattiva sarebbero sicuramente meno rilevanti.

Questa conclusione è confermata dalle proiezioni e dalle elaborazioni che ISIN sta facendo dall’inizio della guerra prendendo in considerazione giornalmente l’orientamento dei venti e l’eventuale propagazione di una “nube radioattiva” in grado di contaminare i territori. Ebbene, in oltre un anno di questo monitoraggio delle condizioni meteorologiche, il territorio italiano, in caso di grave incidente nucleare, non sarebbe mai interessato da ricadute radioattive tali da richiedere l’adozione di misure dirette a protezione della popolazione".

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L'impianto utilizza l'acqua del fiume Dnepr per raffreddare il combustibile dei noccioli dei reattori. Ci può spiegare, dopo la distruzione della diga, in che modo questo processo può essere in qualche modo interessato?

"La diga di Kakovha è uno dei tanti sbarramenti del fiume Dnipro che serve anche a mantenere il livello del fiume ad un’altezza tale da permettere il pescaggio delle pompe della centrale per prelevare acqua e garantire la refrigerazione del combustibile nei reattori, del combustibile stoccato nelle piscine e dei generatori diesel di emergenza.

L’eventuale indisponibilità di acqua per la refrigerazione potrebbe portare alla fusione del combustibile e all’indisponibilità dei generatori diesel di emergenza con possibili conseguenze incidentali.

Ma va ricordato che la centrale di Zaporizhzhia è dotata di un bacino di riserva idrica che serve a garantire la disponibilità di acqua proprio nel caso in cui il fiume Dnipro diminuisca la sua portata. L’acqua stoccata nel bacino sarebbe comunque in grado di garantire la funzione primaria di refrigerazione della centrale per alcuni mesi".

In che modo l’Aiea potrebbe intervenire per evitare un eventuale disastro nucleare, considerando che la centrale di Zaporizhzhia è attualmente occupata?

"Quanto la IAEA sta facendo è quello di fare in modo che i sistemi necessari per garantire le tre funzioni di sicurezza fondamentali per una centrale nucleare, ovvero, arresto in sicurezza dei reattori, asportazione del calore residuo e mantenimento del contenimento non vengano degradate dall’attuale situazione presso la centrale di Zaporizhzhia.

La presenza del Team IAEA presso la centrale, la fornitura di componentistica di parti di ricambio per la manutenzione della centrale e lo sforzo diplomatico per creare una area di sicurezza intorno alla centrale, sia per proteggere la centrale dai bombardamenti che per garantire le necessarie risorse in termini di personale d’impianto, ditte manutentrici e catena di approvvigionamento, rappresentano passi concreti che la IAEA sta mettendo in atto ormai da mesi.

A tutto questo va aggiunto che il tempo rappresenta un parametro rilevante in questa situazione: i sei reattori ormai in arresto da mesi, con il passare del tempo richiederanno un sempre minore sforzo per la refrigerazione del combustibile portando ad una graduale diminuzione del rischio di un incidente severo".

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