Covid, Shanghai torna alla (quasi) normalità: riaprono i trasporti pubblici, ma ora preoccupa Pechino
Migliora dopo circa due mesi la situazione Covid-19 a Shanghai. Procede, infatti, il lento ritorno alla normalità nella metropoli cinese, in lockdown dallo scorso 28 marzo a causa di una impennata di contagi dovuti alla diffusione della variante Omicron, che l'aveva resa epicentro della peggiore epidemia di Coronavirus registrata nel Paese del Dragone dall'inizio della pandemia. Con il calo delle infezioni, sono state allentate cautamente le restrizioni, in vista del primo giugno quando dovrebbe riaprire tutto. Alcune fabbriche hanno ripreso le operazioni e ai residenti delle aree a basso rischio è stato consentito di uscire.
Soprattutto, quattro delle venti linee metropolitane della città sono tornate in servizio insieme ad alcuni trasporti su strada, hanno annunciato le autorità. Per utilizzare i mezzi pubblici è comunque necessario esibire un test negativo effettuato almeno 48 ore prima e avere una "temperatura normale".
Ma non dappertutto la situazione sta tornando sotto controllo. Il distretto centrale di Jing'an, ad esempio, è tornato oggi al confinamento totale e dovrà affrontare tre round consecutivi di test di massa. Ai residenti dell'area non sarà permesso di lasciare le loro case. Attualmente, vivono nelle zone in cui il lockdown è al massimo livello 560mila persone su 25 milioni di abitanti. Shanghai, con una popolazione di 25 milioni, ha segnalato oggi oltre 600 casi di Covid-19 domenica, 570 dei quali asintomatici, riferisce la Commissione Sanitaria Nazionale. Era dallo scorso 20 marzo che non erano così pochi.
Le restrizioni continuano anche in altre città cinesi, inclusa la capitale Pechino, che ha vietato ai residenti di mangiare fuori e costretto milioni di persone a lavorare da casa. Molti nella Capitale temono che la città subisca un blocco drastico come Shanghai, dove le limitazioni hanno lasciato molte persone senza un adeguato accesso al cibo e alle cure mediche. Qui quasi 5mila residenti di una comunità nel distretto di Chaoyang sono stati trasferiti in 57 hotel per osservare una quarantena di sette giorni. La decisione è stata presa dopo la scoperta di 26 casi confermati di Covid-19 in otto edifici.