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Covid 19

Così un festival indiano è diventato il più grande focolaio Covid nella storia della pandemia

Come il Kumbh Mela, il megafestival religioso che ad aprile ha radunato sulle rive del fiume sacro Gange centinaia di migliaia di fedeli, è diventato il più grande focolaio del mondo. Non ci sono cifre precise, ma secondo Ashish Jha, preside della School of Public Health della Brown University, è stato forse “il più grande evento super-diffusore nella storia della pandemia”.
A cura di Ida Artiaco
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Rispetto ai picchi di 400mila casi al giorno registrati a inizio maggio, in India la situazione Coronavirus sembra lentamente migliorare, soprattutto nelle grandi città. Nelle ultime 24 ore, secondo dati ufficiali, sono stati registrati 152.734 nuovi casi, che portano il totale dall'inizio dell'epidemia a quota 28.047.534, mentre resta ancora alto il numero dei decessi: sono 3.128 le vittime segnalate ieri, anche se gli esperti concordano che si tratta di cifre sottostimate. Le ultime settimane sono state caratterizzate dal collasso del sistema ospedaliero, con carenza di ossigeno, ventilatori e posti letto, oltre che dall'emergenza cremazioni, dal momento che erano troppe quelle da fare. Tra gli esperti è aperto il dibattito su come e quando è cominciata questa nuova, violenta ondata di Covid-19 nel Paese asiatico, che a inizio 2021 sembrava aver superato la fase critica. La maggior parte di loro concordano nel dare la responsabilità dell'impennata delle infezioni al Kumbh Mela, il megafestival religioso che ad aprile ha radunato sulle rive del fiume sacro Gange centinaia di migliaia di fedeli e che è diventato il più grande focolaio del mondo.

A ripercorrere quanto è successo meno di due mesi fa è il quotidiano inglese The Guardian. Il 12 aprile, nel giorno in cui l'India contava 169mila casi Covid in 24 ore, almeno tre milioni di persone si sono radunati sulle rive del Gange. Si sono ritrovate nell'antica città di Haridwar nello stato di Uttarakhand prima di fare un tuffo rituale nel fiume sacro senza alcun rispetto per le regole anti Covid, dal distanziamento all'uso delle mascherine. Nelle settimane immediatamente precedenti l'inizio del festival, le richieste di annullamento dell'evento, avanzate da medici e scienziati, sono state respinte dallo Stato e dal governo centrale, entrambi governati dal partito nazionalista indù Bharatiya Janata (BJP). Il 21 marzo, su un annuncio pubblicitario a piena pagina sui quotidiani locali, il primo ministro, Narendra Modi, ha invitato i devoti a partecipare al Kumbh Mela, assicurando che fosse "pulito" e "sicuro". Addirittura il premier dell'Uttarakhand, Tirath Singh Rawat, aveva affermato che "la fede in Dio supererà la paura del virus".

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Fino al 15 aprile, più di 2.000 partecipanti al festival erano già risultati positivi al Covid-19. Due giorni dopo, il 17, il premier Modi ha fatto marcia indietro e ha chiesto che il Kumbh Mela fosse ridimensionato, ma ormai era troppo tardi. Alla fine del Festival, il 28 aprile, vi avevano partecipato più di 9 milioni di persone. Il vero bilancio dell'evento, a livello di contagi, non si saprà mai, anche perché migliaia di pellegrini sono tornati a casa senza essere stati testati o messi in quarantena e senza che il governo ne tenesse traccia. Inoltre, quando l’attenzione mediatica si è concentrata sempre di più sul ruolo che il festival ha svolto nel diffondere il virus e dunque sulle responsabilità del governo, alle autorità sanitarie è stato ordinato di smettere di contare. Quattro ufficiali contattati dal quotidiano inglese in almeno due stati hanno confermato che i propri superiori li avevano bloccati per "ragioni politiche. Ci hanno detto di concentrarci sulla situazione generale dell’epidemia, e non sui dati relativi ai pellegrini del Kumbh Mela", ha dichiarato uno di loro.

Soltanto nello stato del Madhya Pradesh, per fare un esempio, 789 pellegrini sono stati rintracciati da otto distretti e 118 di loro sono risultati positivi. Secondo alcuni resoconti raccolti dal Guardian dagli stati di Madhya Pradesh, Uttar Pradesh, Bihar, Kashmir e Karnataka, il virus è tornato indietro con innumerevoli devoti e ha trovato la strada aperta nelle comunità rurali povere dove l'accesso all'assistenza sanitaria e ai test era limitato o assente, con spesso conseguenze devastanti. Il che è stato confermato da Ashish Jha, preside della School of Public Health della Brown University, che ha affermato che il Kumbh Mela è stato forse "il più grande evento super-diffusore nella storia della pandemia".

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