Guerra Ucraina-Russia

“Così ho detto addio a mamma sotto le macerie in Ucraina” , lo straziante racconto del piccolo Roman commuove tutti

Il bimbo, oggi 11enne, all’età di 7 anni ha visto la madre morire in un attacco missilistico russo che gli ha causato ustioni gravissime da cui è sopravvissuto solo dopo 36 interventi chirurgici: “Quel giorno l’ho vista sotto le macerie, ho toccato i suoi capelli e le ho detto addio”.
A cura di Antonio Palma
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“Mi Chiamo Roman, ho 11 anni e vengo dall’Ucraina. Il 14 luglio 2022 io e mia madre eravamo all’Ospedale di Vinnytsia quando tre missili russi hanno colpito l’edificio. Quella è stata l’ultima volta che ho visto mia madre, L’ultima volta che ho potuto salutarla. L'ho vista sotto le macerie e ho visto i suoi capelli. Li ho toccati e le ho detto addio", è il crudo e straziante racconto del piccolo Roman Oleksiv che al Parlamento europeo ha commosso ed emozionato tutti compresa la stessa traduttrice chiamata a ripetere le sue parole.

Il bambino, sopravvissuto miracolosamente all’attacco missilistico ma con metà corpo bruciato dalle esplosioni, è uno dei minori che nelle scorse ore è stato chiamato a raccontare al Parlamento europeo la brutalità della guerra in Ucraina e l'impatto che il confitto armato ha avuto sui bambini. Un racconto crudo di una esperienza traumatica di cui il bimbo porta ancora i segni visibili sul suo corpo e che lo accompagneranno per il resto della vita ma che oggi esibisce senza timore come faceva già anche quando era costretto a indossare maschera, guanti e tuta di compressione.

Quando fu colpito e trasportato in ospedale, le sue condizioni erano gravissime e i medici temevano non potesse farcela. Roman, che aveva solo sette anni, riportò ustioni di quarto grado sul 45% del corpo, un braccio rotto, un muscolo reciso della gamba destra e ferite da schegge alla testa. Per salvarlo si decise un trasporto immediato con un aereo all’ospedale di Dresda, presso uno dei più grandi centri per ustionati della Germania. Il piccolo così è sopravvissuto alle gravi ustioni subite e dopo 36 interventi chirurgici e una lunga riabilitazione, ora è tornato anche a ballare, una passione che coltivava fin da piccolo.

Da allora la storia di Roman, che oggi risiede a Leopoli è diventata un vero e proprio simbolo di resilienza dei bimbi e del popolo ucraino. La storia della sua tragedia e della sua guarigione, infatti, ha dato vita a un film sulla sua vita, che era stato mostrato anche a Papa Francesco prima della sua morte.

L’undicenne oggi continua a studiare, a fare musica e ballare nonostante le difficoltà fisiche, ispirando gli altri con il suo messaggio, ripetuto anche al Parlamento europeo: "Non arrendetevi mai. Insieme siamo forti. Dobbiamo continuare ad aiutare i bambini ucraini”.

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