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Guerra in Ucraina

Cosa sono le sanzioni di ritorsione annunciate da Putin all’Occidente e chi potrebbero colpire

Si tratta delle sanzioni che Mosca ha deciso di imporre ai cosiddetti Paesi ostili, in risposta alle misure dell’Occidente. Vladimir Putin ha firmato il decreto e ora il Cremlino ha 10 giorni di tempo per mettere a punto l’elenco di persone o enti da sanzionare.
A cura di Annalisa Girardi
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Vladimir Putin ha firmato il decreto sulle sanzioni di ritorsione all'Occidente. Si tratta cioè delle sanzioni che Mosca ha deciso di imporre ai cosiddetti Paesi ostili in risposta alle misure economiche che questi hanno preso per contrastare l'invasione russa dell'Ucraina. Lo hanno riportato diverse agenzie di stampa, citando il Cremlino che ha appunto reso noto come le sanzioni russe siano una risposta alle "azioni ostili di alcuni Stati stranieri e organizzazioni internazionali". Chi è stato dunque colpito da queste misure? Al momento, non è stato ancora deciso: nel documento firmato da Putin non sono infatti riportati i nomi delle persone o degli enti interessati. Il governo russo ha ora dieci giorni di tempo per compilare un elenco di chi verrà colpito dalle sanzioni di ritorsione.

Con lo stesso provvedimento, inoltre, si vieterà l'esportazione di prodotti e materie prime verso le persone e gli enti sanzionati. Nell'elenco, inoltre, potrà essere indicata anche una serie di "criteri aggiuntivi" per il numero di transazioni, che potrebbero essere limitate. Oppure vietate. Il Cremlino ha annunciato la misura nella settimana in cui l'Unione europea si prepara a varare un sesto pacchetto di sanzioni alla Russia: tra queste si sta discutendo anche un possibile embargo al petrolio russo.

Domani una bozza arriverà sul tavolo di Bruxelles. Si dovrebbe trattare di un blocco graduale, che potrebbe anche portare allo stop totale solo nel 2023. Del resto un accordo tra i diversi Stati membri, che non sono tutti esposti alla stessa maniera alla crisi energetica, è complicato. L'Ungheria, ad esempio, ha già minacciato il veto contro l'embargo al petrolio russo. Sul tema oggi è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dalla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo: "Abbiamo appoggiato le sanzioni alla Russia, anche a quelle nel settore energetico e continueremo a farlo in futuro. Però non basta appoggiare le sanzioni, bisogna darsi da fare per essere indipendenti dall'energia russa", ha detto.

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