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Guerra in Ucraina

Cosa prevede la proposta UE per la pace tra Russia e Ucraina e quali sono le differenze col piano di Trump

L’UE ha presentato un piano di pace in 28 punti che limita l’esercito ucraino a 800.000 uomini, introduce garanzie di sicurezza, ricostruzione e negoziati territoriali, come risposta alla proposta di Trump.
A cura di Davide Falcioni
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L’Unione Europea ha messo sul tavolo una controproposta di pace in 28 che punta a ridefinire l’architettura di sicurezza nel continente e fissare condizioni vincolanti per un accordo tra Ucraina e Russia. Il documento, discusso quest'oggi alle trattative di Ginevra, nasce come risposta diretta al piano presentato dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump pochi giorni fa e ne ricalibra alcuni elementi chiave, in particolare la dimensione delle forze armate ucraine e le garanzie di sicurezza occidentali.

Il primo snodo riguarda il tetto all’esercito di Kiev. Mentre Trump proponeva un massimo di 600.000 effettivi, Bruxelles fissa un limite più alto, pari a 800.000 soldati in tempo di pace. Una soglia che, pur riducendo leggermente gli attuali ranghi ucraini, rappresenta un margine più ampio rispetto alle condizioni della Casa Bianca.

Il piano europeo mantiene l’idea di un accordo di non aggressione tra Ucraina, Russia e NATO e insiste sulla necessità di un quadro multilaterale, con un dialogo formale tra Mosca e l’Alleanza subito dopo la firma dell’intesa. In questo senso, l’UE cerca di riequilibrare un impianto negoziale che, nella versione di Trump, era giudicato troppo sbilanciato in favore delle richieste russe.

Le garanzie di sicurezza restano un pilastro del documento. L’Ucraina riceverebbe un impegno formale dagli Stati Uniti modellato sull’Articolo 5 della NATO, sebbene condizionato a specifiche clausole di comportamento. L’Alleanza, dal canto suo, si impegnerebbe a non stanziare truppe in maniera permanente in territorio ucraino, mentre i jet NATO verrebbero dispiegati in Polonia come elemento di deterrenza.

Oltre al capitolo militare, il piano europeo amplia l’orizzonte economico prevedendo un fondo globale di ricostruzione, includendo investimenti congiunti su tecnologie, infrastrutture energetiche e data center e stabilendo un percorso verso la piena adesione dell’Ucraina all’UE, con accesso preferenziale al mercato europeo. La proposta europea inoltre apre alla progressiva reintegrazione della Russia nell’economia mondiale, fino a un eventuale ritorno nel G8, subordinato al rispetto degli obblighi dell’accordo.

Particolare attenzione viene riservata anche alla dimensione civile, con lo scambio integrale dei prigionieri, il ritorno dei civili deportati, un programma di ricongiungimento familiare e un comitato umanitario deputato alla gestione delle ferite del conflitto.

La questione territoriale rimane il nodo più delicato. Il documento afferma che Kiev non potrà riconquistare militarmente le zone occupate e che eventuali modifiche territoriali dovranno essere negoziate partendo dalla linea del fronte attuale. Le garanzie di sicurezza decadrebbero automaticamente in caso di violazione di questo impegno da parte di uno dei due Paesi.

La bozza introduce poi alcune clausole settoriali: la riattivazione della centrale di Zaporizhzhia sotto supervisione AIEA con ripartizione paritaria dell’energia, l’adozione da parte dell’Ucraina delle norme UE su minoranze linguistiche e libertà religiosa, la salvaguardia della navigazione commerciale nel Mar Nero e dell’uso ucraino del Dnepr.

Il piano si chiude con un passaggio politico: l’Ucraina dovrà tornare alle urne appena possibile dopo l’accordo, mentre l’attuazione dell’intesa sarà supervisionata da un “Consiglio per la Pace” presieduto da Donald Trump. Il cessate il fuoco scatterebbe non appena tutte le parti ratificheranno il memorandum, con un ritiro controllato dalle posizioni concordate.

Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un post su X ha parlato dei lavori in corso in queste ore in Svizzera sottolineando che "tutti stanno offrendo supporto, danno consigli, forniscono informazioni", precisando poi di essere "grato a tutti quelli che stanno offrendo questo aiuto a noi, all'Ucraina. È importante garantire che i passi per porre fine alla guerra siano efficaci e che tutto sia fattibile. L'Ucraina non ha mai voluto la guerra e non saremo mai un ostacolo alla pace". Secondo il leader ucraino "la diplomazia è stata rinvigorita, e questo è positivo. Ci aspettiamo che l'esito porti ai passi giusti. E la priorità assoluta è una pace affidabile, una sicurezza garantita, il rispetto per il nostro popolo e il rispetto per tutti coloro che hanno dato la vita per difendere l'Ucraina dall'aggressione russa. Milioni di ucraini sostengono chiaramente la posizione del nostro Stato. È palpabile. C'è un fermo sostegno alla nostra indipendenza e alla sovranità ucraina. I cittadini devono trarre beneficio da tutte le decisioni politiche".

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