Confessò di aver ucciso una bimba di 3 anni, ma non fu mai condannato: l’Australia cerca verità 55 anni dopo

Un parlamentare australiano del Consiglio legislativo del Nuovo Galles del Sud ha fatto nome e cognome dell'uomo che da adolescente aveva confessato di aver ucciso una bambina di 3 anni, Cheryl Grimmer, nel 1970. Usando il suo privilegio parlamentare, il politico ha anche letto le parole del ragazzo per intero. Così facendo, ha dato uno scossone a un caso che rimane irrisolto da più di 50 anni.
Un caso mai risolto
Cheryl Grimmer scomparve nel 1970 sulla spiaggia di Fairy Meadow, vicino alla città di Wollongong (Australia). Un anno dopo, un ragazzo di diciassette anni disse di aver rapito e ucciso la bambina, ma la polizia non lo considerò perché non c'erano abbastanza prove materiali a sostegno della sua confessione.
Nel 2011, un'inchiesta governativa affermò che probabilmente Cheryl, il cui corpo non è mai stato trovato, era da considerarsi morta. Ma nel 2016, la polizia individuò un uomo di 63 anni come persona di interesse nel caso: era lui che da ragazzo aveva rilasciato la confessione, che ora le autorità avevano ritrovato negli archivi.
Così nel 2017 l'uomo, che la polizia ha sempre chiamato con lo pseudonimo di Mercury visto che ai tempi dei fatti era un minore, fu accusato di omicidio. Ma l'indagine fu interrotta quando un giudice sentenziò che la confessione del 1971 era inammissibile.
Infatti nel 2019 in Australia furono applicate, anche retroattivamente, nuove leggi sugli interrogatori ai minori. Secondo queste norme, la confessione di Mercury non era stata ottenuta in modo lecito, nel rispetto degli standard di tutela del ragazzo. Per questo Mercury, che si è sempre detto innocente, fu scagionato dalle accuse.
Il caso è tornato alla ribalta quando nel 2022 uscì un podcast sulla scomparsa di Cheryl. Dopo che andò online, infatti, tre persone si fecero avanti come testimoni oculari di quanto era successo. Ma la polizia non li interrogò mai formalmente.
Cosa c'è nella confessione
Intanto, i familiari della bambina hanno sempre chiesto nuove indagini, soprattutto dopo il fallimento di quelle del 2017. "Vogliamo la verità", hanno detto. A sostenerli c'è stato appunto il parlamentare Jeremy Buckingham, che ha voluto rompere il silenzio su questo caso portandolo all'attenzione della politica.
Nella confessione, il diciassettenne raccontò di aver rapito Cheryl Grimmer dopo essere uscito dalle docce della spiaggia. Poi, le aveva coperto la bocca e tenendola per mano l'aveva portata fino alle dune di sabbia. L'aveva portata altrove, verso la zona di Bulli Pass, dove la bambina aveva iniziato a urlare. Così, il diciassettenne per silenziarla le aveva messo le mani intorno al collo, strangolandola.
Il ragazzo infine aveva lasciato il corpo sotto un albero, coprendola con cespugli, foglie e un po' di terra. Ma il corpo di Cheryl non è mai stato ritrovato.