Con la crisi economica mondiale impennata del tasso di suicidi

La recente crisi economica mondiale con la conseguente diminuzione dell'occupazione in molti Paesi potrebbe essere direttamente collegata all'impennata di suicidi segnalati negli ultimi anni in America ed Europa. Lo sostiene un recente studio realizzato dai ricercatori delle università di Oxford e di Bristol nel Regno Unito insieme con i colleghi della Hong Kong University esaminando i dati provenienti da 54 paesi per valutare l'impatto globale dei problemi finanziari innescati dalla crisi economica. La ricerca pubblicata sul British Medical Journal ha analizzato i dati sulla mortalità presenti nel database dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nei Centri per il Controllo e la prevenzione delle malattie e il database del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale.
Più suicidi tra gli uomini ma non tra le donne – I ricercatori hanno così scoperto che dall'anno successivo all'avvio della crisi, nel 2009, il tasso di suicidio nella popolazione maschile ha incominciato a impennarsi aumentando complessivamente del 3,3% con una particolare incidenza nei Paesi dove il calo dell'occupazione è stato più marcato. In particolare nel primo anno della crisi secondo i ricercatori ci sono stati quasi 5mila suicidi extra rispetto al livello previsto per quell'anno. Nel periodo considerato il tasso di suicidio in Europa è aumentato soprattutto tra gli uomini compresi tra i 15 e 24 anni di età, mentre in America l'aumento è stato osservato nel gruppo di età 45-64. Per quanto riguarda le donne invece il tasso è pressoché lo stesso del periodo pre crisi in Europa e solo leggermente aumentato in America. Secondo i ricercatori potrebbe esserci un legame diretto tra i due fattori ma questo ovviamente non è dimostrabile perché in gioco ci sono anche molte altre variabili.