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Covid 19

Che succede in Europa orientale: pochi vaccinati, nuova ondata di contagi e morti

Tutti i paesi dell’Europa orientale sono alle prese con un importante aumento dei contagi da Covid-19: Ucraina, Romania, Polonia, Bulgaria, Bielorussia, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno fatto registrare negli ultimi giorni numeri allarmanti. Intanto la campagna di vaccinazione stenta ancora a prendere quota.
A cura di Davide Falcioni
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Tutti i paesi dell'Europa orientale sono alle prese con un importante aumento dei contagi da Covid-19: Ucraina, Romania, Polonia, Bulgaria, Bielorussia, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno fatto registrare negli ultimi giorni numeri allarmanti che fanno pensare all'inizio di una nuova ondata di infezioni che causerà, nelle prossime settimane, migliaia di morti. Nel frattempo la campagna di vaccinazione stenta ancora a prendere il largo  e la quota di popolazione immunizzata in ciascun paese raramente supera il 50%.

Il tasso di popolazione vaccinata nei paesi dell'Est Europa

Basta osservare i dati  forniti quotidianamente dal portale Our World in Data per avere un quadro della situazione: nelle ultime 24 ore in Ucraina sono stati comunicati 538 decessi, ovvero il record dall'inizio della pandemia. L'incidenza dei contagi – spinti dalla prevalenza della variante Delta – è aumentata a 15.579 casi ogni 100mila abitanti (in Italia è di 29) e la stragrande maggioranza delle infezioni sono state rilevate nelle regioni di Odessa, Kharkov, Zaporozhye e Kiev. Le autorità sanitarie hanno sottolineato che il 97% dei ricoverati non è vaccinato, ma il tasso d'immunizzazione del paese è ancora estremamente basso: solo il 15% della popolazione ha ricevuto due dosi e sono quindi milioni i soggetti anziani e vulnerabili esposti al contagio e alle conseguenze più gravi.

L'andamento dei contagi nei paesi dell'Est Europa

Non va meglio in Romania, dove ieri sono stati registrati 18.863 nuovi casi e 561 morti e dove l'incidenza è superiore ai 14mila casi ogni 100mila abitanti, rendendo del tutto vani i tentativi delle autorità sanitarie di eseguire un efficace tracciamento: i vaccinati con entrambe le dosi sono appena il 30% della popolazione, e soprattutto nelle città principali il virus ha – di fatto – campo libero. La crescita delle infezioni ha portato al collasso il sistema sanitario nel Paese balcanico, dove non ci sono più posti liberi nelle terapie intensive, occupate da oltre 1.800 pazienti gravi.  Situazione preoccupante anche in Bulgaria, con quasi 5mila nuovi casi e 214 morti nelle ultime 24 ore a fronte di un tasso di vaccinazione di solo il 18,8%. Che l'andamento delle infezioni sia inversamente proporzionale rispetto alla situazione lo dimostra l'Ungheria, dove l'incidenza è di 815 casi ogni 100mila abitanti e il ritmo dei contagi aumenta molto più lentamente rispetto ai paesi precedentemente citati: Budapest, però, ha completamente vaccinato il 60% della popolazione.

In Polonia nell'ultima settimana i contagi da coronavirus sono cresciuti di quasi l'85 per cento. Lo ha rivelato il viceministro della Sanità, Waldemar Kraska, intervistato dall'emittente "Polskie Radio". "Non abbiamo buone notizie, abbiamo quasi 4 mila nuovi contagi, per la precisione 3.931" nelle ultime 24 ore, ha dichiarato. "Se confrontiamo il dato con quello dello scorso martedì, parliamo di una crescita di quasi l'85 per cento", ha continuato. Il viceministro ha indicato che sono morte anche 64 persone e "questi numeri dovrebbero persuadere le persone che sono titubanti di fronte alla vaccinazione".

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