“C’è una repressione fortissima e il movimento è molto diffuso”: il racconto delle proteste da Parigi

Le prime agitazioni sono partite all'alba di oggi, mercoledì 10 settembre, il giorno in cui si era dato appuntamento nelle strade di tutta la Francia il movimento "Blocchiamo tutto". Da stamattina sono state tantissime le azioni di occupazione, blocco e boicottaggio portate avanti con l'obiettivo di paralizzare il paese, contro il presidente della Repubblica Emmanuel Macron e il macronismo.
Cosa sta succedendo
"Già dalle sei ci sono stati i primi tentativi di blocco dei centri nevralgici del flusso delle merci e del trasporto urbano", spiega da Parigi a Fanpage.it Maurizio Coppola, coordinatore di Potere al popolo estero. Alcune azioni sono state dirompenti e significative. A Gare du Nord, dopo degli scontri con le forze dell'ordine, i manifestanti si sono uniti in un presidio che trasformandosi in corteo ha attraversato tutto il centro della città, arrivando fino a Hotel de Ville. Lì avevano chiamato il raduno i sindacati come Cgt e Sud-Solidaire, che però sono stati raggiunti anche da altre parti del movimento, come quella studentesca, per un totale di circa 10mila presenti. "Alcuni blocchi invece non sono andati a buon fine", come quello di Porte de Montereuil, nella parte est di Parigi, dove i manifestanti sono stati dispersi dalle forze dell'ordine.
"C'è una repressione fortissima". Si parla di circa 300 arresti da stamattina, di cui oltre 171 solo a Parigi, eseguiti da un dispiegamento di circa 80mila agenti sparsi su tutto il paese, per circa 29mila manifestanti. Su 430 azioni dei manifestanti registrate, ci sono state 106 operazioni di sblocco.
Chi partecipa al movimento
Il movimento "Blocchiamo tutto" è nato dal basso, online, verso la fine di luglio. Poi, ha ricevuto l'appoggio ufficiale della forza politica de La France Insoumise, che ha deciso di supportarlo senza sovradeterminarlo. "È importante la presenza di un'alternativa istituzionale che raccolga il movimento sociale, quello giovanile e quello di sostegno alla Palestina". Il rischio è che altrimenti "alle future elezioni sarà l'estrema destra del Rassemblement National a raccogliere la rabbia che arriva dal basso".
"I sindacati sono presenti, ma non nella veste intersindacale, per cui questo movimento non ha ancora le sembianze di quello del 2023 contro la riforma delle pensioni", spiega Coppola. Inoltre, proprio i sindacati hanno chiamato un'altra giornata di mobilitazione per il 18 settembre.
Il contesto quindi è complicato ed eterogeneo, ma "il movimento è molto diffuso, sia sul paese che come aderenza. La giornata di oggi è decisamente un buon inizio".
Quali sono le richieste
Nonostante il governo di François Bayrou sia caduto lunedì 8 settembre dopo il voto di sfiducia dell'Assemblea nazionale, la sostanza degli obiettivi di "Blocchiamo tutto" non cambia. Quello a breve termine, infatti, è di protestare contro la legge di bilancio, che prevede un taglio di 40 miliardi nelle risorse per le politiche sociali e la soppressione di due giornate di festa nazionali (l'8 maggio e il lunedì di pasqua). Quello a lungo termine, la caduta del macronismo, che i manifestanti individuano come "un sistema politico che non ha fatto gli interessi del popolo e dei lavoratori francesi" spiega ancora Coppola.
Intanto, stamattina il nuovo premier Sébastien Lecornu, nominato da Macron martedì, è ufficialmente diventato il nuovo primo ministro.