Bruciata un’altra moschea in Svezia, cresce l’intolleranza anti Islam

Un incendio è scoppiato la notte scorsa nelle sale adibite a moschea di un edificio di Eslov, nel sud della Svezia, nel secondo episodio di questo tipo in meno di una settimana. La Polizia ora è impegnata in un’indagine per determinare le cause del rogo, su cui, tuttavia, pare non ci siano dubbi sul fatto che sia doloso. Secondo quanto afferma la stampa locale alle 03:15 di questa notte i vigili del fuoco sono dovuti intervenire perché le fiamme si stavano propagando ai vari locali della moschea dopo che sconosciuti – secondo una prima ricostruzione – hanno fatto filtrare liquido infiammabile all'interno.
Solo quattro giorni fa, a Natale, una moschea a Eskiltsuna, 90 km a ovest di Stoccolma, dove era presenti una settantina di persone, è andata quasi completamente distrutta. Sconosciuti avevano lanciato all'interno attraverso una finestra una bottiglia molotov. Il bilancio è di cinque feriti non gravi. “Non c'è alcuna possibile spiegazione di quanto accaduto… il fuoco non si sprigiona da solo” ha detto il portavoce dei vigili del fuoco, mentre l'imam locale, Samir Muric, ha aggiunto: “Questa la chiamo islamofobia. Io vivo qui vicino e questa situazione sta cominciano a diventare pericolosa”. L'imam si è scagliato contro gli autori di quello che ha definito un attentato: “Pensate a tutte le persone che abitano sopra alla moschea, pensate a cosa hanno rischiato, pensate a come sono spaventate. E nonostante ciò c'è ancora gente che viene in moschea sfidando gli atti di vandalismo e la paura”.