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Brasile, incubo Covid e povertà: alla ricerca di cibo tra le carcasse di animali

Centinaia di brasiliani ogni giorno attendono il camion guidato da Josè Divino Santos che alla periferia di Rio de Janeiro mette a disposizione i resti degli animali macellati nei supermercati della città. Si tratta di uno spaccato della città brasiliana raccontato dal periodico Extra attraverso le foto di Domingos Peixoto insieme al reporter Rafael Nascimento de Souza.
A cura di Chiara Ammendola
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La copertina del servizio intitolato "Brasile 2021: Il dolore della fame"
La copertina del servizio intitolato "Brasile 2021: Il dolore della fame"

Nel Brasile di Bolsonaro dove ci sono più di 14 milioni di disoccupati e dove l'inflazione ha superato il 10 percento, c'è chi combatte contro la fame, chi è costretto ad affidare i propri figli perché non sa come sfamarli e c'è chi si mette in fila dalle 5 del mattino per scavare tra le carcasse degli animali e portare a casa un po' di cibo. Accade a Rio de Janeiro, nella periferia Sud della città dove ogni giorno un camion si ferma in un parcheggio dove ad attenderlo ci sono decine di persone. Alla guida c'è Josè Divino Santos che, raccolti tutti gli scarti delle macellerie e dei supermercati della città, mette ciò che resta degli animali maciullati nel suo furgone per poi distribuirli a chi ne ha bisogno. Una storia raccontata dal fotografo di fama mondiale Domingos Peixoto che insieme al reporter Rafael Nascimento de Souza ha pubblicato un servizio sul giornale Extra dal titolo "Brasile 2021: il dolore della fame», che ha creato choc in tutto il Paese". Ed è di fame e povertà che parlano le immagini scattate da Peixoto che hanno fatto il giro del mondo portando alla luce una realtà finora mai raccontata. Santos, l'autista, piange quando racconta delle scene alle quali assiste ormai quotidianamente: "In passato la gente veniva da me per chiedere se potevo dare un osso per il cane – racconta al Guardian – oggi le persone mi implorano di prendersi qualcosa da mangiare".

Sono tante e disparate le storie di chi si mette in fila per salire sul furgone di Santos e trovare della carne commestibile tra ossa, grasso e interiora. Come Denis che racconta di non mangiare carne da mesi, da prima della pandemia almeno e che per questo si sente fortunata. Il camion arriva alle 10 ogni giorno ma Vanessa ci va una volta a settimana e raccoglie con attenzione tutto ciò che può essere cucinato e mangiato: "Con l'osso facciamo la zuppa, la mettiamo nel riso, i fagioli… Dopo la frittura conserviamo il grasso e lo usiamo per fare il cibo", spiega la donna che ha dovuto rinunciare ai suoi cinque figli che ha affidato alla madre perché non ha un marito né un lavoro. "Quello che abbiamo sono le donazioni – racconta mentre con un lavoro meticoloso separa pelle per pelle, osso per osso – con mia madre, almeno, hanno un po' di dignità". La disoccupazione in Brasile si è attestata al 14,1% nel secondo trimestre del 2021, raggiungendo i 14,4 milioni di brasiliani, e l'inflazione ha raggiunto a settembre il 10,05%, superando per la prima volta la doppia cifra dal febbraio 2016, con picchi del 60% per riso, fagioli e carne, gli elementi base della dieta verde-oro: sono milioni i posti di lavoro a medio/basso reddito praticamente scomparsi. Un sondaggio della Rete brasiliana di ricerca sulla sicurezza alimentare e nutrizionale ha mostrato che oltre 116,8 milioni di persone vivono oggi senza un accesso completo e permanente al cibo. Di questi, 19,1 milioni (il 9% della popolazione) hanno fame, vivendo in “grave insicurezza alimentare”.

La copertina del magazine Extra
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