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Bill Gates vuole donare tutto il suo patrimonio e diventare “povero”

Bill Gates ha annunciato che aumenterà i fondi da destinare all’ente filantropico che porta il nome suo e della ex moglie Melinda: “Uscirò dalla lista dei più ricchi del mondo. Ho l’obbligo di restituire le mie risorse alla società con le modalità che abbiano il migliore impatto per migliorare le condizioni di vita”.
A cura di Ida Artiaco
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Bill Gates potrebbe non essere più tra gli uomini più ricchi del mondo. Ad annunciarlo via Twitter è stato nei giorni scorsi lo stesso fondatore di Microsoft.

Entro il 2026, ha detto, la Bill and Melinda Gates Foundation aumenterà le sue donazioni da 6 miliardi a 9 miliardi di dollari l'anno e, per dimostrare il suo obiettivo, ha fatto una ulteriore donazione di 20 miliardi di dollari alla dotazione del fondo.

In una serie di tweet, il magnate di Seattle afferma di voler "virtualmente donare tutto il (suo) patrimonio alla Fondazione" in modo tale da "uscire dalla lista dei più ricchi del mondo". Al momento Gates è, secondo il Bloomberg Billionaires Index, al quarto posto della prestigiosa classifica.

I fondi aggiuntivi andranno a sostenere cause che vanno dall'azione contro la mortalità infantile, alle iniziative per contrastare il cambiamento climatico, alla ricerca per prevenire le prossime pandemie.

"Sono ancora ottimista. Queste battute d'arresto stanno accadendo nel contesto di due decenni di progresso storico e credo che sia possibile mitigare i danni e tornare ai progressi che il mondo stava facendo", ha scritto, e ha quindi ringraziato un altro miliardario, l'imprenditore Warren Buffett, per la sua "incredibile generosità" nei confronti della Fondazione Gates, che ha permesso al fondo di porsi traguardi "così ambiziosi", sottolinea Gates.

Che ha aggiunto: "Ho l'obbligo di restituire le mie risorse alla società nei modi che hanno il maggiore impatto per ridurre la sofferenza e migliorare la vita. E spero che anche altri in posizioni di grande ricchezza e privilegio si facciano avanti in questo momento. Il mio non è per nulla un sacrificio, mi sento un privilegiato ad avere la possibilità di affrontare queste grandi sfide. Io amo il mio lavoro, e credo di avere un obbligo di restituire le mie risorse alla società con le modalità che abbiano il migliore impatto per migliorare le condizioni di vita".

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