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Arrestata in Iran la Premio Nobel per la Pace Narges Mohammadi: stava criticando il regime di Teheran

Narges Mohammadi arrestata a Mashhad durante una cerimonia funebre per l’avvocato Alikordi, attivista per i diritti umani. La Nobel per la Pace era in libertà per motivi di salute.
A cura di Davide Falcioni
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Narges Mohammadi, Premio Nobel per la Pace nel 2023, è stata arrestata a Mashhad – in Iran – mentre partecipava all’Hafteh, la cerimonia che si svolge sette giorni dopo la morte di una persona. L’attivista iraniana si trovava nella città nord-orientale del Paese per commemorare Khosrow Alikordi, avvocato noto per la difesa di attivisti e giovani manifestanti incarcerati dalla Repubblica islamica, trovato morto nel suo ufficio in circostanze non chiarite. Secondo le testimonianze raccolte sul posto, l’intervento delle forze di sicurezza è avvenuto durante la cerimonia, davanti ad altri militanti e familiari.

Poco dopo la diffusione della notizia oltre i confini iraniani, la Fondazione Narges Mohammadi ha diramato un comunicato urgente: "Siamo profondamente preoccupati in seguito alle segnalazioni verificate secondo cui Narges Mohammadi è stata arrestata con violenza oggi dalle forze di sicurezza e di polizia". La conferma è arrivata anche da Mehdi Alikordi, fratello dell’avvocato scomparso e presente all’evento. Insieme a Mohammadi sono stati fermati anche Sepideh Qolian, Hasti Amiri, Pouran Nazemi e Alieh Motalebzadeh, oltre ad altri attivisti. "La Fondazione sta monitorando attentamente gli sviluppi e fornirà aggiornamenti non appena saranno disponibili informazioni più attendibili", si legge ancora nella nota.

Mohammadi sta scontando una condanna complessiva a 13 anni e nove mesi di carcere per accuse legate alla sicurezza nazionale, ma da quasi un anno si trova fuori dal carcere di Evin, a Teheran, grazie a un congedo per gravi motivi di salute. In questo periodo ha continuato a denunciare pubblicamente la repressione interna. Partecipare a funerali e commemorazioni di figure simbolo dell’opposizione, spiegano persone a lei vicine, è per Mohammadi un gesto politico consapevole, un messaggio diretto a un sistema che non tollera dissenso.

Negli ultimi mesi l’attivista ha anche accusato le autorità di aver irrigidito ulteriormente il controllo sulla società civile dopo il cessate il fuoco di giugno con Israele, parlando di una repressione crescente contro attivisti, giornalisti e critici. Una lettura condivisa da numerose organizzazioni per i diritti umani, secondo cui l’Iran resta uno degli ambienti più restrittivi al mondo per la libertà di espressione, con arresti e incarcerazioni frequenti.

Chi è Narges Mohammadi

Narges Mohammadi è una delle più importanti voci dei diritti umani in Iran. Da anni denuncia l’uso sistematico della detenzione arbitraria, della tortura e della pena di morte, pagando il suo impegno con ripetuti arresti e lunghi periodi di carcere. Nel 2023 le è stato conferito il Premio Nobel per la Pace per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani e della libertà per tutti. Nonostante il riconoscimento internazionale, Mohammadi ha più volte segnalato di essere oggetto di gravi minacce da parte delle agenzie di sicurezza iraniane. Ad agosto aveva raccontato alla rivista tedesca Der Spiegel di aver ricevuto minacce di morte dirette e indirette; all’epoca, il presidente del Comitato norvegese per il Nobel riferì che l’attivista aveva parlato apertamente del rischio di “eliminazione fisica”.

Oggi, dopo l’arresto a Mashhad, la preoccupazione torna a crescere.

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