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Appello infermieri alle Nazioni Unite: “Contro nuove varianti liberalizzare i brevetti del vaccino”

La lettera formale dei sindacati di infermieri di 28 Paesi in tutto il mondo alle Nazioni Unite per la liberalizzazione dei brevetti del vaccino anti Covid: “Rischio sviluppo nuovi varianti, fare presto”.
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A cura di Ida Artiaco
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Liberalizzare i brevetti dei vaccini anti Covid per uscire dalla pandemia ed evitare l'insorgere di nuove varianti più trasmissibili di quelle conosciute finora. È questo l'appello formale lanciato dai sindacati di infermieri di 28 paesi in tutto il mondo alle Nazioni Unite dopo il rifiuto del Regno Unito, dell'Unione europea e di altri Stati a rinunciare temporaneamente ai brevetti per i vaccini Covid, sottolineando che questo atteggiamento è già costato un numero enorme di vite umane nei paesi in via di sviluppo. La lettera, inviata lunedì a nome delle sigle sindacali che rappresentano oltre 2,5 milioni di operatori sanitari a livello globale, afferma che il personale in questione ha assistito in prima persona al "numero impressionante di morti e all'immensa sofferenza causata dall'inazione politica".

Il rifiuto di alcuni paesi di modificare le regole sui diritti di proprietà intellettuale per i vaccini ha contribuito a creare a quello che è stato definito un "apartheid vaccinale" in cui le nazioni più ricche si sono assicurate almeno 7 miliardi di dosi, mentre quelle a basso reddito ne hanno circa 300 milioni, si legge nella missiva come riporta il quotidiano inglese The Guardian. Si tratta, dunque, di una distribuzione "ingiusta". Per di più, la trasmissione dilagante di Covid nei paesi in via di sviluppo ha anche aumentato il rischio che emergano nuove varianti, come l'Omicron, identificata per la prima volta in Sudafrica nelle scorse settimane. Proprio il Sudafrica, insieme all'India, ha fatto pressioni sull'Organizzazione mondiale del commercio per contribuire a migliorare l'accesso ai vaccini rinunciando all'accordo multinazionale sugli aspetti relativi al commercio dei diritti di proprietà intellettuale, i cosiddetti Trips.

Una deroga temporanea alle disposizioni dei Trips per i vaccini Covid, affermano i sostenitori, consentirebbe loro di essere prodotti più ampiamente, migliorando la distribuzione globale. Venerdì, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha invitato i membri dell'Organizzazione mondiale del commercio a compiere questo passo dopo l'emergere della variante Omicron. Ma non tutti i Paesi sono d'accordo. La lettera alle Nazioni Unite, coordinata dall'organizzazione sanitaria Global Nurses United, cita quella che ha definito una "minaccia immediata al diritto alla salute delle persone" da parte dell'Unione europea, del Regno Unito, ma anche di Norvegia, Svizzera e Singapore, aggiungendo che almeno 115mila soggetti tra personale medico e sanitario in tutto il mondo sono morti a causa del Covid e che mentre il 40% in media è stato completamente vaccinato, in Africa e nel Pacifico occidentale la cifra è inferiore a uno su 10. Per questo, bisogna intervenire. Deborah Burger, copresidente del sindacato National Nurses United negli Stati Uniti, ha affermato che la distribuzione ineguale dei vaccini e la conseguente probabilità di nuove varianti di Covid "rappresentano un grave rischio per le persone in tutto il mondo".

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