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Ancora guai per Fukushima: probabile nuova perdita di acqua radioattiva

La Tepco sta investigando su una possibile fuga in uno dei depositi temporanei utilizzati per contenere l’acqua radioattiva proveniente dai reattori. I giapponesi sempre più scettici nei confronti del nucleare, e critici verso la Tepco e verso il Governo nipponico.
A cura di Cristian Basile
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fukushima centrale

I guai di Fukushima sembrano non aver fine. L'impresa elettrica giapponese proprietaria della centrale nucleare danneggiata dal terribile tsunami dell'11 marzo scorso, ha annunciato che sta investigando su una possibile fuga in uno dei depositi temporanei utilizzati per contenere l'acqua radioattiva proveniente dai reattori. Pur non rilevando ancora dati inusuali di radioattività nelle acque sottorranee della zona circostante, la Tepco ha notato un abbassamento del livello dell'acqua in un deposito.

L’acqua era stata usata in grandi quantità nei giorni immediatamente successivi alla crisi nel tentativo di raffreddare tre dei reattori della centrale, dove, con i sistemi di raffreddamento fuori uso e a causa delle alte temperature, si era verificata la fusione delle barre di uranio. Inizialmente, probabilmente per non allarmare la popolazione, i tecnici della Tepco avevano confermato soltanto danni nel reattore 1, per poi ammetterre, qualche giorno fa, che anche i reattori 2 e 3 erano stati interessati dalla fusione delle barre di combustibile.

L'ennesimo problema in quella che è per molti una crisi nucleare più grave anche di quella di Chernobyl, con tutta probabilità farà aumentare ulteriormente le difficoltà nella corsa a terminare, entro giugno, un sistema che riesca a decontaminare enormi quantità di acqua radioattiva accumulata nell'impianto, un rischio enorme sia per l'Oceano Pacifico che per la falda acquifera del posto. Proprio negli ultimi giorni diverse associazioni ambientaliste, compresa Greenpeace, avevano denunciato la presenza, lungo la costa di Fukushima, di pesci, molluschi e alghe che mostravano livelli radiazioni parecchio superiori ai limiti di sicurezza.

Intanto l'opinione pubblica giapponese inizia a schierarsi nettamente contro il nucleare e se prima del disastro solo il 18% della popolazione era contraria, oggi la percentuale è salita al 42%. E di sicuro non è stato soltanto il disastro in sè a far calare drasticamente i consensi a favore dell'energia atomica ma anche l'atteggiamento con il quale il Governo giapponese e la Tepco hanno affrontato la crisi, fronteggiandola con la scarsa informazione e abbassando sovente i limiti di sicurezza.

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