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Elezioni USA 2020

Che cos’è il Super Tuesday: oggi (forse) si decide lo sfidante di Trump

Bernie Sanders, Joe Biden, Michael Bloomberg ed Elizabeth Warren si sfidano nella corsa per le primarie democratiche negli Stati Uniti nel Super Tuesday, la giornata in cui votano ben 14 Stati e viene assegnato un terzo dei delegati totali. Vediamo cos’è e come funziona il Super Tuesday e qual è la situazione dei candidati che ambiscono a sfidare Donald Trump alle elezioni presidenziali.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il giorno del Super Tuesday è arrivato. È il super martedì statunitense in cui le primarie per la corsa alle elezioni presidenziali di novembre negli Usa possono prendere un’importante svolta. A sinistra o al centro, in questo caso. Oggi ben 14 Stati saranno chiamati a votare per le primarie democratiche e per decidere chi sarà lo sfidante di Donald Trump alle presidenziali. Il voto di oggi potrebbe fornire segnali importanti in questa corsa, mettendo fuori gioco qualche candidato o magari incoronando un (quasi) vincitore. Ma allo stesso tempo potrebbe far emergere uno scenario ancora più complicato, senza nessun favorito neanche dopo l’assegnazione di un terzo del totale dei delegati. Nelle ultime ore è arrivato anche il ritiro di Pete Buttigieg, ex sindaco di South Bend, che ha fatto un endorsement all’ex vicepresidente Joe Biden: “Lui è il leader che può battere Donald Trump”. La pensa allo stesso modo anche Amy Klobuchar, che ha rinunciato alla corsa nelle ultime ore sostenendo proprio Biden. Così come fatto anche da un altro ex candidato: Beto O’Rourke.

Cos’è il Super Tuesday e come funziona

Oggi, il super martedì appunto, è la giornata in cui si vota per le primarie in 14 Stati: Alabama, Arkansas, California, Colorado, Maine, Massachusetts, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont. A cui si aggiungono le Samoa Americane. Tra gli Stati in cui si vota ci sono la California e il Texas, quelli più popolosi degli Stati Uniti e che assegnano 415 e 228 delegati. Vengono nominati 100 delegati circa anche in North Carolina e Virginia. Quello del Super Tuesday può essere un voto decisivo per le primarie perché si assegnano 1.357 delegati su un totale di 3.979, ovvero più di un terzo.

Particolarmente importanti saranno il voto in California e Texas, i due Stati che danno più delegati anche alle elezioni presidenziali. Il super martedì vede come favorito (in molti Stati) Bernie Sanders, ma la sfida – soprattutto dopo gli ultimi due ritiri – è aperta. Tra una settimana, il 10 marzo, si tornerà al voto in altri sei Stati e dopo altri sette giorni ancora si passa alle primarie in Florida e Ohio, due Stati da sempre molto combattuti e spesso decisivi.

La sfida di oggi nelle primarie dem del Super Tuesday

In corsa sono rimasti cinque candidati. Il favorito è Bernie Sanders, secondo i pronostici. I sondaggi lo danno avanti in sei Stati, più la California. Il principale sfidante dovrebbe essere l’ex vicepresidente Joe Biden: si vota, infatti, in alcuni Stati del Sud che potrebbero essergli favorevoli. Poi c’è l’incognita rappresentata da Michael Bloomberg, ex sindaco di New York che ha investito tantissimo in questa campagna elettorale ma che ancora non è stato messo alla prova delle urne. Oggi si capirà se davvero può ambire a diventare lo sfidante di Trump. Altra candidata in corsa è Elizabeth Warren, finora in difficoltà nelle votazioni avvenute nei primi quattro Stati. E anche oggi non sembra poter ribaltare la situazione, stando ai sondaggi. Ultima candidata, con poche speranze, è Tulsi Gabbard. Oggi sono in palio oltre 1.300 delegati. Per ottenere la maggioranza ne servono 1.991. Finora, dopo quattro Stati, la situazione è: Sanders a 60 delegati, Biden a 54, Warren a 8 e Gabbard e Bloomberg a 0. Da oggi, però, potrebbe cambiare tutto.

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