Alluvione in Brasile: la storia di Leao, il cane la cui fedeltà commuove il mondo
Nel mezzo della tragedia, delle inondazioni e delle frane dell'alluvione in Brasile che hanno costretto a contare i cadaveri a centinaia, il popolo brasiliano si commuove con la storia di "Leao", un cane che non vuole allontanarsi dalla tomba della sua padrona, morta nell'alluvione e sepolta già da diversi giorni.
"C'è un cane, di nome Leao, che non lascia la tomba della sua padrona, Maria Cristina Santana", dicono i soccorritori e l'episodio sembra così incredibile che una foto di Leao ha fatto già il giro del mondo. Questa storia, però, ha diversi precedenti conosciuti e comprovati a dimostrazione di come l'amore che i cani provano verso i loro proprietari superi tutte le barriere immaginabili:
"Greyfie Bobby". Per 14 anni, questo terrier di Edimburgo, in Scozia, restò seduto sulla tomba del suo padrone John Gray fino al giorno della sua morte nel 1872. Qualche tempo dopo, gli abitanti costruirono una statua in suo onore, di fronte alla tomba di John Gray, statua che attualmente si trova davanti a un bar di Edimburgo che porta il suo nome.
"Collie". Nel cimitero della Misericordia, a Rosario, in Argentina, un cane di nome "Collie" vigilò la tomba del suo padrone per cinque anni senza allontanarsi mai dal cimitero. I guardiani del cimitero raccontavano che "Collie" passava il giorno steso, con il muso per terra, vicino alla tomba del suo amato padrone.
Cane di Malaga. Un cane apparve nel marzo 2009 vicino alla tomba di un anziano straniero nel cimitero di Malaga, in Spagna. Secondo la popolazione locale, il cane tornava sempre prima della chiusura del cimitero per trascorrere la notte con il suo padrone e nonostante molti avessero cercato di adottarlo, passò tutte le notti della sua vita su quella tomba.
Una storia molto commovente riguardò un cane italiano, "Fido". Alla fine degli anni '30, Fido, un cane vissuto a Luco del Mugello, nel comune di Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze. Ogni mattina, accompagnava il suo padrone, l'operaio Carlo Soriani (che lo aveva trovato da cucciolo, abbandonato e ferito in un fosso) da casa alla fermata dell'autobus, dove Soriani prendeva la corriera per Borgo San Lorenzo, quindi tornava a casa, per poi ritornare di nuovo la sera alla fermata della corriera, attendendo l'arrivo del padrone, che poi riaccompagnava a casa. Il 30 dicembre 1943, Borgo San Lorenzo fu oggetto di un violento bombardamento alleato e Carlo Soriani morì. La sera stessa, Fido si presentò, come faceva abitualmente, alla fermata della corriera, ma ovviamente non vide scendere l' amato padrone. Così fece per i quattordici anni successivi (oltre 5000 volte) e fino al giorno della sua morte, si recò quotidianamente alla fermata, nella speranza, purtroppo vana, di veder scendere Soriani.
La sua storia divenne così famosa che il sindaco di Borgo San Lorenzo gli conferì una medaglia ed incaricò uno scultore di realizzare una statua, oggi nota come "Monumento al cane Fido" sotto la quale si legge la dedica: " A Fido, esempio di fedeltà". La storia, inoltre, suscitò l'interesse mediatico di tutta Italia, molti giornali se ne occuparono e venne raccontanta anche in molti cinegiornali dell'Istituto Luce.
"Hachiko". Una storia analoga è quella di un cane giapponese Akita. Hachiko nacque nel 1923 nella città giapponese di Odate e un anno dopo fu portato a Tokyo dal suo padrone, un professore di agricoltura chiamato Hidesamuro Ueno. Ogni notte, il cane aspettava il suo padrone davanti alla stazione di Shibuya. Il professore, però, morì improvvisamente mentre teneva una lezione così "Hachiko" tornò alla stazione ferroviaria in attesa del ritorno del suo padrone per i dieci anni seguenti, fino alla sua morte. In memoria del cane fedele, i giapponesi proclamarono il lutto nazionale il giorno della sua morte ed costruirono una statua davanti alla stazione di Shibuya. La sua storia è diventata famosissima dopo il film "Hachiko" con Richard Gere.
Che tutte queste storie commoventi aprano il cuore a quanti ancora oggi maltrattanno i cani e gli animali in generale ricordando una frase molto famosa quanto significativa del Mahatma Ghandi: "la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali".