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Agenti lasciano aperta la cella, stupratore e assassino della bimba di 6 anni massacrato in carcere

Interpellato su quanto accaduto, il nonno della piccola ha commentato: “Spero che stia soffrendo. L’unica cosa di cui mi dispiace è che non sono riuscito a farlo io”.
A cura di Antonio Palma
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Solo pochi minuti durante i quali gli agenti di custodia hanno lasciato la sua cella aperta, ma tanti sono bastati agli altri detenuti per aggredirlo e massacrarlo di botte fino a mandarlo in ospedale. Il detenuto Aaron Campbell, in carcere in Scozia per aver stuprato e poi ucciso la piccola Alesha MacPhail, una bambina di appena sei anni, è stato poi ritrovato dagli stessi poliziotti a terra sanguinante con addosso ancora uno degli aggressori.

Secondo quanto rivelato una fonte della prigione al britannico Sun, l'aggressore ha dovuto essere trascinato via dalle guardie mentre tentava ancora di sferrare violenti colpi a Campbell. “La sua porta era rimasta brevemente aperta durante l'ora dei pasti e qualcuno ha visto l'opportunità e l'ha colta, ha spinto Campbell sul suo letto e ha iniziato a colpirlo” ha spiegato la fonte interna.

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Il detenuto aggredito, che è stato colto di sorpresa e non ha avuto nemmeno il tempo di reagire, è stato poi soccorso e trasportato in ospedale. Uno dei colpi al volto è stato così violento che un dente gli si è conficcato nel labbro ma non è grave. L’aggressore trovato in cella ora deve affrontare una nuova accusa di aggressione.

Campbell, che ora ha 20 anni, sta scontando una pena a 24 anni di carcere per aver rapito, stuprato e ucciso la piccola Alesha MacPhail nel luglio 2018, quando lui aveva 16 anni. Da quando è stato arrestato e condannato nel 2019 viene normalmente tenuto separato da tutti gli altri detenuti che minacciano di ucciderlo. “Lo ucciderebbero se potessero per quello che ha fatto a quella ragazzina” ha spiegato la fonte.

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Interpellato su quanto accaduto, il nonno della piccola ha commentato: “Spero che stia soffrendo. L'unica cosa di cui mi dispiace è che non sono riuscito a farlo io da solo”.

“Gli agenti sono stati informati intorno alle 18 di mercoledì 1 giugno 2022 di un'aggressione all'interno della prigione di Polmont. Un uomo di 20 anni è stato portato in ospedale per le cure. Un uomo di 22 anni sarà oggetto di denuncia al Procuratore" si è limitata a spiegare la polizia scozzese.

Il rapimento e l'omicidio della piccola Alesha MacPhail

Il ventenne Aaron Campbell aveva scioccato la nazione con l'omicidio della piccola Alesha MacPhail, crimine definito all'epoca dai giudici come "uno dei più malvagi di cui questa corte abbia mai sentito parlare in decenni di lotta alla depravazione".  Il corpo di Alesha venne ritrovato in una zona boschiva dell’isola di Bute, in Scozia, il 2 luglio del 2018. Il medico legale dopo l'autopsia affermò che le lesioni alle parti intime della bambina erano “catastrofiche” e “le più gravi” che avesse mai visto.

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La piccola stava trascorrendo le vacanze estive con il padre e con i nonni quando è stata rapita da Campbell direttamente dal suo letto. Vene trovata cadavere pochi giorni dopo bei pressi di un hotel abbandonato nella cittadina di Rothesay. Sul corpo della bambina sono state riscontrate 117 ferite e, secondo l’autopsia, il decesso è stato causato da “una pressione significativa sul suo collo e sulla sua faccia ".

In primo grado il ragazzo era stato condannato a 27 anni di carcere ma poi, dopo l'ammissione di colpa e considerata la giovane età, i giudici gli hanno concesso in appello uno sconto di pena di tre anni, accolto con sdegno dalla famiglia della piccola vittima.

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