Accordo per il Bilancio Ue, l’Italia si astiene. Padoan: “Necessarie risposte concrete”

"Vogliamo spingere l'Unione europea verso una coerenza necessaria e in dicembre valuteremo se confermare la nostra posizione, che oggi rimane la stessa", ha dichiarato stamane Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei. L'Italia, dopo tanti annunci, si è astenuta dalla votazione di approvazione del bilancio Ue. Durante la notte i rappresentanti degli stati membri dell'Unione hanno trovato un accordo per il budget di bilancio dell'anno 2017, ma l'Esecutivo Renzi, astenendosi, ha fatto mancare l'approvazione del Belpaese per la prima volta in assoluto da quando esiste l'Unione europea. La decisione, già anticipata nei giorni scorsi dallo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal sottosegretario Sandro Gozi, è stata presa in risposta ai tagli alle risorse economiche destinate ai Paesi mediterranei e, in particolare, alle mancate risposte relative all'accoglienza migranti: in pratica l'Italia intende bloccare l'approvazione del bilancio Ue finché non ci saranno riscontri concreti alle richieste avanzate dal Paese. "Siamo pronti a ogni tipo di intervento, fino al veto. Non vogliamo fare gli egoisti: siamo pronti a fare la nostra parte ma chiediamo da parte dell’Europa più attenzione su crescita e migranti", ha dichiarato il presidente del Consiglio.
La mancata approvazione dell'Italia riguarda l'accordo sul bilancio di previsione per l'anno 2017: secondo le prime indiscrezioni, i 28 Stati membri avrebbero acconsentito ad accettare tetti di spesa fissati a 157,8 miliardi di euro in impegni, ovvero relativi al totale delle spese che si pensa di poter affrontare, e a 134,5 miliardi di euro in pagamenti. E' stata inoltre approvata la proposta avanzata dalla presidenza slovacca, che prevede 5,91 miliardi per l'immigrazione, ovvero un +11,3% rispetto al 2016, e altri 21,3 miliardi di impegni per l'occupazione, 500 milioni per l’iniziativa giovani e altri 500 milioni a sostegno del settore latte. L'Italia ha avanzato alcune richieste, recepite dall'assemblea, relative a un incremento di risorse per i programmi Erasmus, Horizon 2020 e garanzia giovani per 700 milioni di euro. Il governo italiano ha però duramente criticato la riduzione degli incrementi delle risorse economiche destinate ai Paese mediterranei, che ammonterebbero a 332 milioni di euro invece che 340, e il rinvio del finanziamento del fondo per lo sviluppo sostenibile da 250 milioni complessivi. Il fronte caldo, però, rimane sempre quello dell'accoglienza: il governo Renzi sta infatti combattendo una dura battaglia, pretendendo che l'Europa si decida a far rispettare gli impegni presi in materia di immigrazione a quegli Stati che al momento si rifiutano di dar seguito alle richieste, in particolare Ungheria e Slovacchia.
Padoan: "Servono risposte concrete, l'immobilismo dell'Ue è pericoloso"
Nel corso del pomeriggio, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha duramente criticato l'atteggiamento politico dell'Unione europea, rilevando una grave mancanza di risposte concrete da parte dell'Istituzione. "C'è una debolezza dell'economia nell'Ue con un'insufficiente risposta della politica. Entriamo in una stagione articolata a prescindere dal referendum in Italia. Siamo di fronte a scadenze elettorali così importanti in paesi importanti ma tra loro interconnessi e le scelta di politica economica sembra essere un atteggiamento di attesa e l'immobilismo è impossibile oltre che pericoloso", ha spiegato Padoan.
"Serve una visione strategica europea perché senza questa non possiamo disegnare gli strumenti adeguati, ma serve anche capitale politico per fare le riforme o si disfare quello che abbiamo fatto, e questo vale per l'Ue e per l'Italia. Non possiamo illuderci che la situazione di incertezza vada avanti a lungo. L'immigrazione non è un fenomeno di passaggio ma è una sfida che resterà con noi per molto tempo e alla quale è indispensabile che l'Europa dia una risposta europea e non si debba affidare alla supplenza nazionale", ha proseguito il ministro dell'Economia.
"Le agende strutturali non finiscono mai. Le riforme richiedono tempo per dare frutti e se ben disegnate si completano a vicenda e le riforme possono avere dei costi di breve termine che a volte si scaricano su certi segmenti della popolazione ed è necessario pensare a misure compensative", ha concluso il titolare del dicastero.