“Era consenziente”, la versione dei due allievi poliziotti accusati dello stupro di Rimini

Sostengono di aver fatto sesso consensuale i due allievi della scuola di polizia di Brescia indagati per violenza sessuale di gruppo ai danni di una turista tedesca. I fatti sarebbero avvenuti nella notte tra sabato e domenica in un albergo di Rimini. Loro sono più grandi della 19enne che li accusa, 21 anni uno e 23 l’altro, ed ora devono rispondere per stupro di gruppo. Arrivano entrambi dal Palermitano e hanno il sogno di vestire l’uniforme dell’Arma. Sogno però che potrebbe restare tale se le accuse della giovane venissero confermate dalle indagini.
I due aspiranti poliziotti, sentiti dal sostituto procuratore della città romagnola Davide Ercolani, hanno dunque negato che ci sia stata violenza. Una versione totalmente opposta a quella della vittima. Secondo quanto ricostruito dagli agenti della squadra mobile, venerdì sera la 19enne – che intanto è ripartita per la Germania e ha fatto sapere che non si presenterà al processo – era in compagnia di due sue amiche, quando ha conosciuto i due allievi di polizia. La sera successiva, la turista e le sue amiche si sarebbero intrattenute con i due giovani in camera. Dopo aver chiacchierato per un po’ e bevuto qualcosa, le altre due ragazze avevano deciso di tornare nella loro stanza, a differenza dell’amica che aveva invece deciso di restare, avendo interesse per uno dei due ragazzi.
Sempre secondo il racconto della 19enne tedesca, lei e il ragazzo che le piaceva si sarebbero stesi sul letto ad amoreggiare. La giovane gli avrebbe fatto capire che non voleva andare fino in fondo a differenza invece del palermitano, che l’avrebbe forzata ad avere un rapporto completo. Quindi sarebbe intervenuto anche l’amico, che avrebbe cercato di fare sesso con lei, fino a che la tedesca non è riuscita a divincolarsi e a fuggire. A quel punto la ragazza ha raccontato il tutto alle amiche, che poi si sono rivolte al portiere e al titolare dell’hotel, e quest’ultimo ha chiamato la polizia.
Gli agenti della Squadra mobile, oltre ai protagonisti della vicenda, hanno sentito diversi altri testimoni, tra cui anche gli occupanti delle stanze adiacenti a quella dove sarebbe avvenuta la violenza. Nessuno però avrebbe sentito urla o rumori strani provenire da quella camera, né si sarebbe accorto di attività sospette.