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Epatite C, per il ministro Lorenzin cure gratis dal 2016

Va avanti la trattativa sul prezzo del farmaco che guarisce dall’Epatite C. Ad oggi è già stato somministrato a 394 persone.
A cura di Susanna Picone
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Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha parlato, intervistata dal quotidiano Il Mattino, dei nuovi farmaci per la cura definitiva dell’epatite C. E l’ha fatto confermando il suo impegno, già annunciato settimane fa, sulla questione: “Stiamo lavorando per assicurarli gratis a chi è affetto da questa grave malattia. Il Sistema sanitario dovrebbe farsene carico, ma in questo momento si sta ancora trattando sul prezzo”, ha spiegato Lorenzin. Il ministro ha proseguito dicendo che diverse case farmaceutiche gestiscono questa importante scoperta e che sono in corso delle trattative, ma il problema è europeo: “Lo ha sollevato la Francia, chiedendo un tavolo europeo per poter affrontare i costi. Ci sono un milione e mezzo di persone in Italia con l’epatite C, altre sono infette. Per il 2016 dovremo risolvere il problema. Come noi, ci stanno lavorando tutti i Paesi europei e anche gli Stati Uniti”. A oggi un ciclo di cure completo con il farmaco che garantisce una guarigione completa nel 90% dei casi costa 84 mila dollari.

Epatite C, già trattati 394 pazienti

Sono 394 i malati di epatite C che hanno ricevuto finora il trattamento per uso compassionevole con il nuovo farmaco in grado di eliminare il virus in oltre il 90% dei casi in 12-24 settimane. L’Agenzia italiana del farmaco chiederà un allargamento del numero di pazienti che ne hanno diritto. A dirlo è stato Luca Pani, il direttore generale dell’Aifa. “Sono 1.200 i pazienti immediatamente gestibili – ha spiegato Pani -. Aifa intende però chiedere alla propria Commissione tecnico-scientifica di allargare l’uso compassionevole anche ai pazienti con carcinoma trattabile che siano in lista per il trapianto. L’Agenzia può fare la proposta, poi è la Cts a dover decidere". La trattativa sul prezzo del farmaco, ha detto ancora Pani, si è interrotta su richiesta dell’azienda produttrice Gilead che per la prima volta si trova a decidere il prezzo da praticare a un farmaco che potrebbe andare a centinaia di migliaia di pazienti, mentre i paesi dove la trattativa si è conclusa hanno molti meno malati.

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