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Egitto, il tribunale mette al bando i Fratelli Musulmani

Accolto il ricorso presentato da un partito di sinistra. La formazione del deposto Morsi accusata di custodire armi e di essere impegnata in attività illegali.
A cura di Biagio Chiariello
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La corte egiziana ha messo al bando i Fratelli musulmani. Una sentenza di primo grado emessa oggi da un tribunale de Il Cairo ha deciso la confisca dei beni appartenenti agli estremisti islamici e la chiusura di tutte le sedi della Confraternita. Il ricorso contro la Fratellanza è stato presentato da un partito di sinistra egiziano, el Tagammoe, che l'ha accusata di stoccare armi nei suoi uffici e di essere impegnata in attività illegali. Secondo la tv di Stato egiziana l'ordine è stato emesso oggi ma era stato già annunciato il 6 settembre e anticipato dal quotidiano ‘Al Akhbar'.

C'è da dire che l'attività dei Fratelli musulmani era già sta stoppata sotto il regime di Hosni Mubarak. I membri, però, erano ammessi al Parlamento come indipendenti e riconosciuti come organizzazione non governativa dal marzo scorso, pochi mesi dopo l’elezione del presidente Mohamed Morsi. Ma dalla deposizione di quest'ultimo, molti membri di spicco sono stati arrestati. Di recente anche il portavoce, Gehad El-Haddad, è stato fermato mentre si trovava in un appartamento al Cairo. La decisione del tribunale, a quanto riferisce l'agenzia MENA, colpisce "ogni istituzione collegata alla Fratellanza". Non è quindi escluso che ci siano ripercussioni anche per l'ala politica della Fratellanza, il partito Giustizia e libertà.

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