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Effetto-Trump sulle banche Ue, Milano chiude a -2,5%. Lo spread sale a 160 punti

Listini europei spaventati da un eventuale recupero del candidato repubblicano in vista del voto per le Presidenziali della prossima settimana, ma anche per quello del referendum del 4 dicembre. Il differenziale Btp-Bund scende poi a 153 punti base.
A cura di Biagio Chiariello
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Chiusura in netto ribasso per le borse europee, con Piazza Affari maglia nera (-2,5%) e lo spread tra Btp e Bund salito sopra i 160 punti, per poi ridiscendere e chiudere a 153 punti base (158 la chiusura di martedì). A pesare sono le incertezze sull'esito del voto americano, nel giorno in cui la Federal Reserve dovrebbe lasciare il costo del denaro invariato rimandando a dicembre la stretta sui tassi. Sono proprio i mercati europei quelli che rischiano di essere maggiormente penalizzati da un’eventuale ascesa di Trump alla Casa Bianca.

Pesante caduta per  il settore bancario, con Commerzbank (-3,09%), Bbva (-3,76%) e Axa (-3,80%) tra i titoli più venduti, laddove le banche britanniche limitano i danni (Barclays -2,60%, Rbs -2,25%). Male anche il comparto auto a causa del calo delle immatricolazioni in Germania. Bmw segna -3,73%, Volkswagen -2,77%, Peugeot -3,48% e Renault -3,42%. L’indice Ftse 100 di Londra ha perso l’1,04%, il Dax di Francoforte l’1,47%, il Cac 40 di Parigi l’1,24%, l’Ibex di Madrid scivola l’1,84%. Guardando all’Italia, sono andati giù sempre i bancari, con il crollo di Bpm (-7,69%) e Banco Popolare (-7,05%). In forte calo Unicredit (-4,96%), Mps (-4,25%) e Intesa Sp (-3,45%). Vendite su Fca (-6,21%) e sugli assicurativi Unipol (-4,25%) e Generali (-2,50%). Cedono oltre due punti percentuali Snam, A2A, Terna, Tenaris, Prysmian, Brembo, Stm e Telecom Italia. Sul listino principale della borsa milanese si salvano solo Recordati e Buzzi Unicem. Tracollo di Stefanel (-39,6% a 0,105 euro), dopo che il cda del gruppo dell'abbigliamento ha deliberato di presentare domanda di ammissione al concordato preventivo.

“Vediamo quello che accadrà con lo spread ma credo che l’Italia abbia la possibilità di entrare nel futuro. Di conseguenza il mondo si aspetta che l’Italia scelga il futuro, poi quello che sceglieranno i cittadini è più importante di quello che si aspettano all’estero”. Lo ha detto il premier, Matteo Renzi, a ‘Effetto giorno’ su Radio 24  in merito alle preoccupazioni per l’innalzamento dello spread legato anche ai dubbi sull’esito del referendum del 4 dicembre.

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