Via al Forum di Davos con la minaccia terrorismo

Sarà il premier Matteo Renzi a dare il via domani al Forum di Davos, la kermesse annuale sulle nevi svizzere organizzata dal World Trade Organization (Wto) dove per cinque giorni (fino al 25) si riunirà il gotha della politica e della finanza globale. Saranno almeno 2.500 i leader politici ed economici sotto lo sguardo vigile di 3mila soldati e un imprecisato numero di poliziotti. Dopo gli attentati di Parigi le misure di sicurezza sono rafforzate e il principale pericolo è costituito da elementi isolati che potrebbero agire sotto la spinta jihadista. “Il terrorismo e la geopolitica getteranno le loro ombre su questa edizione: sono una minaccia per la stabilità politica in Europa, in Medio Oriente e in Africa. Si parlerà molto di questo", ha spiegato all'Afp Nahriman Behravesh, capoeconomita dell'Ihs, tra i protagonisti della kermesse svizzera. Lo stesso staff preposto alla sicurezza è dell’idea che la minaccia quest'anno sia più elevata, secondo quanto ha indicato Walter Schlegel, comandante della polizia del Cantone dei Grigioni. "Abbiamo adottato all'interno del dispositivo di sicurezza alcune misure che rafforzano il grado di protezione", ha detto Schlegel.
Dal terrorismo all'economia, i temi discussi a Davos
Al Forum di Davos si parlerà sicuramente anche di terrorismo, evidenzia Repubblica “magari con il capo dei curdi dell'Iraq, Massoud Barzani, il ministro degli esteri iraniano Mohammad Zarif, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il segretario di Stato americano John Kerry. Ma ci saranno anche il presidente della Guinea Alpha Condé, il primo ministro turco Ahmet Davutoglu, mentre la Russia sarà in cima ai pensieri del presidente ucraino Petro Porochenko, proprio pochi giorni dopo che Mosca si è detta ‘estremamente preoccupata’ per l'intensificarsi dei combattimenti nella regione orientale del Paese”. Ma si parlare soprattutto di economia: dal prezzo del petrolio a quello delle materie prime; dalle incertezze politiche legate alla Grecia in vista delle elezioni di domenica 25 gennaio alle turbolenze monetarie anche a seguito della decisione svizzera di sgangicare il franco dall'euro,; dai progressi tecnologici alla ripartizione delle ricchezze, con l'ultimo studio dell'Oxfam secondo cui il patrimonio dell'1% più ricco della popolazione supererà nel 2016 quello del restante 99%.