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Tasse, niente proroga oltre il 20 luglio. Cosa si deve versare entro fine mese

Dopo la mancata proroga delle scadenze fiscali i commercialisti sono sul piede di guerra e valutano uno sciopero. Da oggi 20 luglio scatta la maratona di adempimenti, che coinvolgerà 4,5 milioni di contribuenti. Nello specifico sono 142 le scadenze previste da domani fino al 31 luglio. Ecco cosa di deve versare.
A cura di Annalisa Cangemi
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Arriva il no del Mef. Niente proroga oltre il 20 luglio dei versamenti delle imposte per imprese e partite Iva. Con un rinvio si rischierebbe un "grande ingorgo fiscale" a settembre, spiega il viceministro dell'economia Antonio Misiani. Come ha spiegato in commissione alla Camera anche il sottosegretario all'Economia Alessio Villarosa, un ulteriore rinvio "inciderebbe, secondo gli uffici, sull'elaborazione delle previsioni delle imposte autoliquidate della Nota di aggiornamento al DEF che, come noto, deve essere presentata al Parlamento entro la fine del mese di settembre".

Le scadenze del 30 giugno e 30 luglio erano già state rinviate, rispettivamente al 20 luglio e 20 agosto (quest'ultima con maggiorazione dello 0,4%). Era atteso un ulteriore rinvio al 30 settembre dei versamenti degli acconti e dei saldi delle imposte sui redditi in autoliquidazione, un flusso di cassa di 8,4 miliardi, che sarebbe stato bloccato. Invece, ora, imprese e partite Iva dovranno versare il saldo 2019 e l'acconto 2020.

Cosa bisogna pagare oggi 20 luglio

Da oggi scatta quindi la maratona di adempimenti, che coinvolgerà 4,5 milioni di contribuenti. Nello specifico sono 142 le scadenze previste da oggi fino al 31 luglio.

51 sono i versamenti previsti oggi lunedì 20 luglio: Irpef (saldo 2019 e acconto 2020), Ires (saldo 2019 e acconto 2020), Irap (saldo 2019 e acconto 2020) e Iva periodica, saldo 2019 della cedolare secca e primo acconto 2020. Al via anche il pagamento del diritto annuale alla Camera di Commercio, all'imposta di bollo sulle fatture elettroniche emesse nel secondo trimestre 2020. E e ancora: versamento delle imposte e contributi previdenziali e assistenziali sulla base della dichiarazione dei redditi per titolari di partita Iva e soci di società.

Entro il 30 luglio sono previsti poi altri 65 versamenti. Il 27 luglio bisognerà trasmettere gli elenchi Intrast del secondo trimestre 2020 e mensili di giugno 2020. Poi il 30 luglio scade il versamento delle imposte dovute sulla base della dichiarazione dei redditi soggetti diversi dai titolari di partita Iva con maggiorazione dello 0,4%. Infine, il 31 altri 26 versamenti: si va dalla presentazione del modello per il rimborsi Iva trimestrale e quello per le operazioni effettuate con l'estero nel secondo trimestre 2020 al versamento del canone Rai per chi non può riceverlo con la bolletta.

Commercialisti sul piede di guerra

Il mancato rinvio delle scadenze fiscali rischia di diventare un duro colpo per quelle imprese già in crisi di liquidità per l'emergenza coronavirus. L'allarme arriva da Confcommercio, che lancia un appello al governo perché stabilisca una nuova proroga. "Occorre che si prenda atto di una situazione che, di fatto, vedrà tantissime imprese e tantissimi lavoratori autonomi impossibilitati a procedere ai versamenti nei termini fin qui previsti".

"Rinnoviamo la richiesta al Governo di prorogare le scadenze dei versamenti fiscali per saldo 2019 ed acconto 2020", chiede Confcommercio che il mancato rinvio rafforzerebbe "il ‘rischio chiusura'. Ed il suo impatto diretto ed indiretto sulla finanza pubblica sarebbe ben maggiore di quello derivante dalla proroga delle scadenze fiscali".

"Di fronte alle ripetute e più che motivate richieste di proroga dei versamenti del 20 luglio avanzate dai commercialisti, il Governo ha opposto un no che sembra al momento irrevocabile, oltre che incomprensibile. Non era l'esito al quale volevamo arrivare, ma a questo punto diventa per noi inevitabile valutare concrete azioni di protesta della categoria, tra le quali non escludiamo lo sciopero". È quanto affermano in una nota congiunta il Consiglio nazionale e tutte le sigle sindacali dei commercialisti (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdec, Unico).

Anche il centrodestra attacca il governo: "Noi sosterremo qualunque forma di protesta fiscale, di sciopero fiscale delle Partite Iva, degli autonomi e dei commercialisti", ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini, definendo "indegno" un governo che "pretende che domani milioni di italiani paghino le tasse che non possono pagare".

"I commercialisti hanno ragione da vendere e Fratelli d'Italia sostiene la loro protesta. Il no del Governo al rinvio della scadenza fiscale del 20 luglio e' una batosta per milioni di lavoratori e Partite Iva che stanno affrontando la crisi economica più difficile dal Dopoguerra ad oggi e che semplicemente non hanno la liquidita' per far fronte al pagamento delle imposte preteso dal Governo", ha scritto su Facebook la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. "Anche nei giorni scorsi alla Camera – ha ricordato Meloni – abbiamo chiesto la proroga, ma la maggioranza Pd-M5S ha bocciato la nostra richiesta scegliendo di stritolare gli italiani con tasse e burocrazia. Aiutiamo questi signori a cambiare mestiere: mandiamoli a casa e diamo all'Italia un governo capace di difendere gli interessi degli italiani".

Governo: "Spostare scadenze creerebbe un ingorgo"

Il viceministro Misiani ha accusato il centrodestra di "strumentalizzare politicamente la questione dei versamenti" e ha definito "assurdo far passare il governo come nemico dei contribuenti". Poi ha ricordato le misure adottate: dall'eliminazione della rata dell'Irap di giugno alla cancellazione permanente delle clausole di salvaguardia Iva e accise che valgono complessivamente" 7,5 miliardi di tasse in meno nel 2020; 21,2 miliardi nel 2020; 28,5 miliardi annui dal 2022″.

"Per quanto riguarda le fasi più critiche della crisi, ricordo che abbiamo sospeso i versamenti di marzo aprile e maggio fino a settembre per decine di miliardi. Un termine che vorremmo riscadenzare con lo scostamento di bilancio che chiederemo nei prossimi giorni al Parlamento".

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