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Stipendi, ad agosto retribuzioni stabili ma crescono dell’1,2% su base annua

Secondo i dati Istat, retribuzioni ferme ad agosto rispetto al mese precedente, pesa il mancato rinnovo dei contratti collettivi.
A cura di Antonio Palma
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Ancora dati economici ambigui sul fronte del lavoro in Italia. Come segnala l'Istat, infatti, ad agosto 2015 le retribuzioni contrattuali orarie dei lavoratori sono rimaste invariate rispetto al mese precedente ma sono aumentate dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2014. Sempre secondo i dati dell'Istituto di statistica nazionale, complessivamente, nei primi otto mesi del 2015 la retribuzione oraria media è cresciuta dell'1,1% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Entrando nel dettaglio dei numeri si scopre che gli aumenti più alti delle retribuzioni orarie sono stati registrati nel settore dell'agricoltura dove vi è stato un +4 %, in quello dell'energia e petroli, estrazione minerali, gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3%) e in quello metalmeccanico (2,7%). In generale l’incremento tendenziale è dell’1,7% nel settore privato, mentre è nullo nella Pubblica amministrazione a causa del blocco dei contratti.

Proprio il blocco contrattuale sembra infatti uno dei fattori frenanti dell'aumento salariale in Italia visto che sono 4,9 milioni i dipendenti in attesa del rinnovo del contratto collettivo. In base ai dati Istat in pratica si tratta di circa il 38% dei lavoratori, uno su tre. Tra questi ben 2,9 milioni lavorano nella pubblica amministrazione. I contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano, a fine agosto scorso, il 62% degli occupati dipendenti e corrispondono al 59% del monte retributivo osservato. I contratti in attesa di rinnovo sono 36, dei quali 15 nel pubblico. In generale l’attesa media per i lavoratori con il contratto scaduto supera i quattro anni per l’insieme dell’economia (56,3 mesi) e i tre anni per il settore privato.

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