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Secondo l’Ocse l’economia italiana si riprenderà dalla pandemia solo nella prima metà del 2022

L’Ocse prevede che l’economia italiana potrà recuperare i livelli pre-crisi entro la prima metà del 2022, ma raccomanda: “Bisogna continuare a fornire sostegno fiscale”. Per l’Organizzazione il reddito di cittadinanza ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione. Infine, si raccomanda al Paese di “contenere la spesa pensionistica lasciando scadere il regime di pensionamento anticipato Quota 100”.
A cura di Giuseppe Pastore
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L'Ocse intravede margini di ripresa per l'economia italiana. Dopo la crisi innescata dal Covid-19, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico prevede che "l'economia – si legge nell'ultima edizione dell'Economic Survey – recuperi i livelli del 2019 entro la prima metà del 2022". Lo studio sull'economia italiana certifica, inoltre, una crescita pari al 5,9% per quest'anno e un debito pubblico che sfiorerà il 160% del Pil.

Ma "fino a quando la ripresa non sarà consolidata – raccomanda l'Ocse – bisognerà continuare a fornire sostegno fiscale, sempre più mirato per ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil". La revoca delle misure sino ad ora messe in campo dal governo, infatti, potrebbe provocare un aumento dei fallimenti e pesare sugli istituti bancari. Al contrario, quello che l'Ocse definisce "generoso sostegno" del governo italiano alla liquidità "ha mitigato le perdite di posti di lavoro e le avversità e ha altresì preservato la capacità produttiva".

Le riforme del Pnrr possono avere successo

Un momento delicato che però coincide con l'avvento della stagione delle riforme. "Le probabilità di attuare con successo le riforme strutturali e i progetti di investimento pubblico sono ora maggiori che in passato" evidenzia l'Ocse riferendosi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il quale, si legge, "combina un'ambiziosa agenda di riforme strutturali e ingenti investimenti, offrendo un'opportunità unica di transizione verso una crescita più produttiva e decarbonizzata".

Lavoro, pensioni e reddito di cittadinanza

Nel suo studio sull'economia italiana l'Ocse ricorda che non solo il divieto di licenziamento, ma anche "i regimi di lavoro a tempo ridotto sono stati integrati da un sostegno al reddito per coloro che non beneficiano delle reti di sicurezza esistenti, unitamente al rinvio delle date di pagamento delle imposte dovute".

Anche il reddito di cittadinanza, sebbene secondo l'Organizzazione abbia avuto uno scarso numero di beneficiari, avrebbe contribuito a "ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione" e nonostante i livelli di povertà siano aumentati con la pandemia, "nel 2020 i trasferimenti pubblici hanno limitato la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie al 2,6% in termini reali".

Tra le raccomandazioni che l'Ocse rivolge all'Italia, c'è anche quella di "contenere la spesa pensionistica lasciando scadere il regime di pensionamento anticipato (Quota 100) e la cosiddetta "Opzione Donna" nel dicembre 2021, e ristabilire immediatamente la correlazione tra età pensionabile e speranza di vita".

I servizi riprendo con Green Pass e vaccini

Per la ripresa della capacità produttiva del Paese, cruciale è anche la campagna vaccinale e l'introduzione della Certificazione verde obbligatoria dal 6 agosto. "Le modeste barriere all'ingresso nei settori del turismo e dell'intrattenimento – si legge nell'Economic Survey dell'Ocse – dovrebbero consentire una ricostruzione relativamente rapida della capacità produttiva".

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