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Presto l’8 per mille anche ad induisti e buddisti

Prosegue l’iter parlamentare per il riconoscimento ufficiale delle varie religioni da parte dello Stato. Dopo ortodossi, apostolici e mormoni, presto anche per induisti e buddisti arriverà il via libera del Parlamento.
A cura di Antonio Palma
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Presto l'8 per mille anche ad induisti e buddisti

Lo Stato italiano si prepara a regolarizzare i rapporti con tutte le confessioni religiose presenti nel nostro Paese e in queste settimane grandi passi avanti sono stati fatti nell'iter per il riconoscimento ufficiale di alcune religioni e la loro ammissione nella ripartizione dei fondi dell'otto per mille. Se a fine agosto il via libera del Parlamento è arrivato per ortodossi, apostolici e mormoni a breve si attende la ratifica delle intese anche per buddisti e induisti, per poi analizzare l'accordo con i testimoni di Geova. In questo modo si cerca di regolarizzare numerose realtà e comunità religiose presenti in Italia, che da tempo chiedevano un riconoscimento ufficiale da parte dello Stato. Se l'Unione Induista Italiana aveva presentato i propri documenti necessari nel 2007, l'Unione Buddista Italiana attende addirittura dal 2000 il completamento definitivo dell'iter burocratico. Dopo il sì del Senato, per queste due comunità ora si attende l'approvazione della Camera ma le cose sembrano ormai fatte.

Più problematico invece appare il riconoscimento ufficiale per i testimoni di Geova che dovranno spiegare le loro posizioni su alcuni temi durate una prossima audizione davanti alla commissione affari costituzionali del Senato. Il problema principale per tutte le confessioni infatti è quello di rispettare i dettami costituzionali, punto sul quale i parlamentari hanno avuto delle riserve sui testimoni di Geova. Ancora più lontana appare l'intesa con i musulmani visto che l'iter non è neanche iniziato anche a causa della mancanza di un interlocutore unico per le tante realtà del mondo islamico.

Dopo questi riconoscimenti si apre una nuova fase dell'otto per mille dell'IRPEF, che per forza di cose vedrà una riduzione degli importi complessivi per ogni confessione. Sul piatto infatti non solo le scelte espresse dai fedeli che fino ad ora non avevano la possibilità di poter destinare la quota alla propria Chiesa, ma anche la ripartizione del gettito fiscale di chi non effettua una scelta. Dunque dalla prossima dichiarazione dei redditi anche battisti, apostolici e ortodossi concorreranno alla ripartizione del fondi dell'8 per mille, mentre i mormoni, che ne avrebbero diritto dal 2013, hanno già rinunciato unilateralmente a partecipare alla ripartizione dei fondi.

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