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Pil +0,2% nel III trimeste. La crescita è inferiore alle stime

Il governo aveva stima una crescita dello 0,9%, ma gli ultimi dati dell’Istat indicano una frenata. Renzi però appare sicuro: “Secondo me chiudiamo almeno allo 0,8%”. Male le esportazioni e gli investimenti.
A cura di Biagio Chiariello
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La disoccupazione cala ai minimi da tre anni, con il tasso che si ferma all'11,5%. Lo stesso non si può dire per il Pil, la cui crescita è sotto le attese nel terzo trimestre dell'anno. Gli ultimi dati dell'Istat portano ad una buona e ad una cattiva notizia, ma il premier, Matteo Renzi, sembra essere certo sul risultato finale della crescita per quest'anno: "Secondo me chiudiamo allo 0,8 anche se il Mef sostiene che comunque sarà lo 0,9", il target fissato nel Def.

Frenata Pil

Dunque, guardando alla crescita economica, l'istituto nazionale di statistica spiega che nel periodo giugno-settembre il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,2% rispetto al II trimestre e dello 0,8% nei confronti del III trimestre 2014. Il dato tendenziale, e cioè rispetto al III trimestre 2014, è inferiore alle stime che davano il +0,9% mentre quello congiunturale è rimasto invariato. La variazione acquisita per il 2015 è pari allo 0,6%.

Male export e investimenti

Rispetto al trimestre precedente, per i principali aggregati della domanda interna sono stati registrati andamenti varianti: l’Istat spiega che i consumi finali nazionali sono cali dello 0,4%, mentre gli investimenti fissi lordi hanno segnato una flessione dello 0,4%. Riguardo alle componenti estere, le importazioni sono aumentate dello 0,5% e le esportazioni sono diminuite dello 0,8%. Si rilevano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di tutti i principali comparti, con incrementi di 2,3% nell’agricoltura, 0,3% nell’industria e 0,1% nei servizi. Si registrano variazioni positive del valore aggiunto anche in termini tendenziali: 3,7% nell’agricoltura, 0,9% nell’industria e 0,5% nei servizi.

Critiche dall’Unione Nazionale Consumatori: “Ora la previsione del Governo di avere per fine anno una crescita tendenziale dello 0,9% diventa davvero un miraggio”. “E per fortuna i tecnici del Mef si aspettavano che la prima stima resa nota nei giorni scorsi dall’Istat aumentasse – dichiara Massimiliano Dona, Segretario dell’UNC – Invece quella congiunturale non sale a +0,3 come sperato e quella su base annua addirittura scende. Ora serve un IV trimestre miracoloso per raggiungere l’obiettivo di fine anno”.

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