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“Nessun crollo come nel 2008”: l’analisi di Forchielli dopo il crac del colosso cinese Evergrande

Alberto Forchielli commenta a Fanpage.it l’ordine di liquidazione per Evergrande, colosso immobiliare cinese, sommerso da debiti per circa 330 miliardi di dollari: “Non ci sarà alcun impatto sull’economia globale. Neanche i mercati ne hanno risentito oggi. La struttura finanziaria del mercato cinese fa sì che un nuovo caso Lehman sia impossibile”.
A cura di Ida Artiaco
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Il tribunale di Hong Kong ha emanato un ordine di liquidazione per Evergrande, colosso immobiliare cinese, sommerso da debiti per circa 330 miliardi di dollari, accumulati nella stragrande maggioranza nella Cina continentale.

La giudice Linda Chan, che ha presieduto il caso, ha deciso di emettere l'ordinanza di liquidazione oggi, lunedì 29 gennaio, citando l'incapacità di Evergrande di presentare una proposta di ristrutturazione del debito a causa del mancato raggiungimento dell'accordo con i principali creditori, dopo che la maratona negoziale del weekend si è conclusa con un nulla di fatto.

Chan ha incaricato della liquidazione Alvarez & Marsal, una grande società di consulenza che in passato si occupò del crac Lehman Brothers. Tuttavia, non c'è alcun rischio che si ripresenti una situazione simile a quella verificatasi dopo il fallimento di quest'ultima nel 2008, che ha rappresentato la più grande bancarotta nella storia degli Stati Uniti.

È quanto ha spiegato a Fanpage.it Alberto Forchielli, economista e imprenditore, 35 anni di esperienza da giramondo tra sud est asiatico, Cina e Stati Uniti, consigliere particolare del ministro della difesa, del bilancio e degli affari esteri, per anni alla World Bank e poi responsabile di Finmeccanica per tutta l’area Asia/Pacifico, attualmente partner fondatore di Mindful Capital Partner.

Alberto Forchielli.
Alberto Forchielli.

"Non credo che ci sarà alcun impatto sull'economia cinese e soprattutto su quella globale dopo la notizia su Evergrande – ha sottolineato Forchielli -. Faranno intervenire delle società statali che ne compreranno dei pezzi. Neanche i mercati oggi ne hanno risentito. Il governo cinese interverrà perché per quanto sia una società di Hong Kong opera in Cina. Sono sicuro che non ci sarà alcuna crisi bancaria, anche perché il 99% del sistema bancario cinese è in mano allo Stato. In una società diciamo di stampo occidentale una situazione del genere potrebbe voler dire una cosa grossa, ma non è un nuovo caso Lehman. La struttura finanziaria del mercato cinese fa sì che un nuovo caso Lehman sia impossibile".

Secondo Forchielli, il principale interesse del governo cinese riguarda i cittadini che hanno comprato gli appartamenti a rate e a cui potrebbero non essere consegnati "perché non vuole tumulti e proteste di piazza. In un Paese occidentale, Italia inclusa, si bloccherebbe tutto ma non è il caso della Cina, dove c'è la centralizzazione del potere e le leve sono in mano ad un ristretto numero di persone che possono muoverle in modo coordinato. Ecco perché non può esserci una Lehman Brothers: il dramma di un sistema del genere è che non è trasparente, ma essendo così accentrato e senza responsabilità palesi fa sì che le crisi non colgano mai di sorpresa".

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