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La Bce dice che i tassi d’interesse non aumenteranno più, cosa significa per le rate dei mutui

La Banca centrale europea ha fatto sapere che, a meno di sorprese, il periodo di rialzo dei tassi d’interesse è terminato. D’altra parte però è ancora “troppo presto” per parlare di un ribasso. Questo avrà degli effetti sulle rate dei mutui a tasso variabile, e anche per chi vuole accendere un mutuo nuovo: ecco quali.
A cura di Luca Pons
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Per la prima volta dopo dieci aumenti consecutivi, a fine ottobre la Banca centrale europea ha deciso di non far salire i tassi d'interesse. La misura – senza precedenti per la rapidità e l'intensità con cui è stata messa in atto – serviva per ridurre l'inflazione, e dunque l'aumento dei prezzi. Ma si è ripercossa anche sulle imprese e sulle famiglie con un mutuo a tasso variabile, che nell'ultimo anno e mezzo hanno visto le rate schizzare verso l'alto. Allo stesso modo, chi era intenzionato a fare un mutuo nuovo ha trovato condizioni molto più svantaggiose rispetto al periodo pre-rialzi.

Perché la Bce ha fermato gli aumenti dei tassi d'interesse

Oggi Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia, lo ha confermato: "Stiamo vincendo la battaglia contro l'inflazione", e perciò "salvo sorprese, salvo shock, il rialzo dei nostri tassi di riferimento è terminato". Poi Villeroy de Galhau ha aggiunto anche: "È troppo presto per parlare di ribasso". Il tasso più importante, cioè quello sulle operazioni di rifinanziamento principale, resterà perciò al 4,5%, quello sul rifinanziamento marginale al 4,75% e quello sui depositi presso la banca centrale al 4%.

Dunque, anche se per adesso i tassi d'interesse resteranno sui livelli attuali, non si può iniziare a sperare che si abbasseranno nei prossimi mesi. La Banca centrale europea valuterà la situazione con l'andare del tempo, ma l'inflazione è ancora su livelli alti e si stima che fino al 2025 in Europa non tornerà sui livelli desiderati, cioè attorno al 2%.

Cosa cambia per chi ha un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile

Concretamente questo ha un effetto sia per chi ha già un mutuo a tasso variabile, sia per chi vorrebbe accendere un mutuo di qualunque tipo. La categoria che non viene colpita dagli aumenti, invece, è quella di chi sta già pagando un mutuo a tasso fisso: in questo caso, le rate sono già state decise quando si è concordato il prestito, e gli interventi della Bce non hanno effetto sulle somme da pagare ogni mese alla propria banca.

Per quanto riguarda chi ha già un mutuo a tasso variabile, l'entità della rata da pagare cambia proprio in base ai tassi di riferimento della Bce. Nell'ultimo anno e mezzo, quindi, ci sono già stati rialzi praticamente costanti. Ora ci sarà uno stop, e dovrebbero gradualmente fermarsi gli aumenti delle rate del mutuo. Tuttavia, è molto difficile che queste scenderanno: rimarranno probabilmente sui livelli attuali, a meno che la propria banca non decida di intervenire in modo diverso.

Infine, chi deve accendere un mutuo nuovo si troverà in difficoltà in ogni caso. Infatti, le offerte per un prestito a tasso fisso sono ovviamente molto più svantaggiose rispetto all'inizio del 2022, e lo stesso vale per un mutuo a tasso variabile. Il fatto che la Bce sia entrata in una fase di blocco degli aumenti (sempre "salvo sorprese"), potrebbe rendere più invitanti i mutui a tasso variabile, dato che è possibile che nei prossimi anni la Banca centrale europea torni ad abbassare i tassi. Al momento, però, è troppo presto per fare previsioni esatte, e in ogni caso dipenderà anche dalle offerte delle singole banche.

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