L’Italia torna in deflazione a gennaio, ma crescono le esportazioni

Nel mese di gennaio l'Italia è tornata in deflazione facendo registrare i livelli minimi da oltre 50 anni. A renderlo noto è l'Istat, secondo cui dopo la variazione nulla di dicembre l'indice è sceso dello 0,6% su base annua, come non accadeva dal 1959, quando la flessione fu dell'1,1%. Su base mensile il calo è stato dello 0,4%.
A motivare la flessione su base annua è in particolare la caduta tendenziale dei prezzi dei beni energetici, soprattutto di quelli non regolamentati (-14%, da -8% di dicembre). Un contribuito è arrivato tuttavia anche dal rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi, in particolare quelli dei Trasporti (+0,3%, da +2,0% di dicembre). Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'"inflazione di fondo" resta positiva ma in ulteriore rallentamento (+0,3%, da +0,6% di dicembre). I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono aumentati dello 0,5% su dicembre rimanendo invariati su base annua (era -0,2% a dicembre). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,5% su base mensile e dell'1,4% su base annua (da -0,5% del mese precedente).
Se i dati sulla deflazione sono negativi grazie all'euro debole gli ordinativi dell'industria italiana sembrano andare decisamente meglio, con un rialzo del 4,5% rispetto a novembre, in particolare grazie alle esportazioni. A renderlo noto è l'Istat, che documenta l'aumento del 5,8% delle esportazioni: il miglior dato da cinque anni a questa parte. Secondo l'istituto di statistica gli incrementi più rilevanti si registrano per la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+33,6%), per i mezzi di trasporto (+17,6%) e per la fabbricazione di macchinari (+12,3%). Male invece le commesse relative alla fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (-34,9%) e ai prodotti chimici (-7,3%).