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Il Consiglio Ue ha deciso che la Commissione europea provvederà all’acquisto comune del gas

Al Consiglio Ue si è parlato fondamentalmente della crisi energetica, oltre che ovviamente della guerra in Ucraina. I leader europei hanno deciso di chiedere alla Commissione di provvedere a “un acquisto comune del gas”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Consiglio europeo si è appena concluso, con una decisione importante: l'Ue provvederà all'acquisto in comune del gas. Al centro dell'incontro che si è tenuto per due giorni a Bruxelles, dopo il vertice Nato e quello del G7, c'era ovviamente la guerra in Ucraina, ma soprattutto le conseguenze sulla crisi energetica che i Paesi dell'Unione europea si stanno trovando ad affrontare. L'invasione russa, inoltre, ha fatto peggiorare la situazione rapidamente, ma sappiamo bene come l'energia fosse un problema già prima dello scoppio del conflitto. La Commissione europea avrà un mandato per eseguire "un acquisto comune del gas – ha detto il presidente francese Emmanuel Macron alla fine del Consiglio Ue – Bisogna poter uscire dalla nostra dipendenza dalle energie fossili russe".

"Se guardiamo al mercato dei gasdotti il 75% del mercato del gas a livello mondiale è europeo – ha commentato la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen – Per cui abbiamo un potere di acquisto fortissimo. Dobbiamo usare il nostro potere contrattuale non gareggiando l'uno con l'altro, piuttosto uniremo la nostra domanda". Poi ha parlato di "riesaminare come viene concepito il mercato energetico", in modo da "scollegare il prezzo del gas dai prezzi energetici nel loro insieme". E ha annunciato: "Presenteremo delle opzioni in questo senso a maggio".

Alla fine del Consiglio è intervenuto anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz: "Abbiamo concordato di collaborare su base volontaria per gli acquisti congiunti di gas – ha detto – i casi individuali possono essere complicati, perché ci sono aziende private che operano in tutta l'Ue e vogliono continuare a farlo in futuro" ma è giusto agire con "trasparenza e cooperazione". Ne ha parlato anche il presidente Draghi, che ha confermato che l'Ue sta valutando acquisti congiunti e non ha chiuso alla possibilità di imporre un tetto al prezzo del gas.

Nel documento conclusivo del Consiglio europeo, pubblicato alla fine dei due giorni, si legge che i leader europei hanno dato mandato "al Consiglio e alla Commissione, con urgenza, di raggiungere le parti interessate nel settore dell'energia e di discutere le opzioni a breve termine presentate dalla Commissione" per moderare l'impatto della crisi energetica e capire quali "contribuirebbero a ridurre il prezzo del gas". Insomma, starà alla Commissione europea ora fare delle valutazioni rapidamente.

Il Consiglio europeo "invita la Commissione a presentare proposte che affrontino efficacemente il problema dei prezzi eccessivi dell'energia elettrica preservando l'integrità del mercato unico, mantenendo gli incentivi per la transizione verde, preservando la sicurezza dell'approvvigionamento ed evitando costi di bilancio sproporzionati", si legge ancora. Le misure proposte, su cui saranno basate le riflessioni nei prossimi giorni, sono: "Sostegno diretto ai consumatori attraverso buoni, sconti fiscali, aiuti di Stato, rivalutazione della tassazione – accise e Iva -, imporre massimali di prezzo".

Nelle conclusioni, però, si parla anche dello stoccaggio, ritenuto un passaggio fondamentale: "Il riempimento dello stoccaggio di gas in tutta l'Unione dovrebbe iniziare quanto prima, tenendo pienamente conto delle misure nazionali di preparazione – si legge ancora – In vista del prossimo inverno, gli Stati membri e la Commissione devono istituire urgentemente i necessari meccanismi di solidarietà e di compensazione e collaborare per l'acquisto comune volontario di gas, Gnl e idrogeno". E infine viene posto l'accento anche sull'uso ottimale del "peso politico e di mercato collettivo dell'Ue e dei suoi Stati membri per smorzare i prezzi nei negoziati". Insomma, quello che diceva Draghi: il gas russo viene venduto fondamentalmente all'Europa, fattore che deve poter influenzare la trattativa.

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