Federalberghi: +0,9 di italiani andrà in vacanza, ma diminuiscono i viaggi all’estero
Secondo un dossier di Federalberghi il numero di italiani che andranno in vacanza quest'anno è lievemente superiore al 2012: per la precisione dello 0,9%. Da giugno a settembre, si concederanno almeno un giorno di soggiorno fuori casa 27 milioni di persone, pari al 45,1% della popolazione. Oltre 30 milioni di italiani, invece, sono rimasti o rimarranno a casa, nel 54% dei casi per motivi economici (contro il 52% del 2012). La ricerca rivela che la durata della vacanza sarà mediamente di 11 notti, come nel 2012, e che l'87% di chi si concederà qualche giorno fuori casa rimarrà comunque in Italia: il dato è in netto aumento rispetto allo scorso anno, quando furono il 77%.
Il giro d'affari – tuttavia – è in calo e si attesta sui 14,9 miliardi di euro, rispetto ai 15,3 del 2012.Per quanto riguarda la clientela straniera, dai dati dell'Osservatorio Federalberghi emerge un incremento tendenziale del 3%, mentre si conferma purtroppo la tendenza ad un calo dell'occupazione di circa il 5%. "Il turismo estivo in Italia potrebbe aver raggiunto il ‘punto di frenata della crisi, conteggiando un lieve incremento tra arrivi e pernottamenti di italiani e stranieri, sia alberghieri sia extralberghieri, pur mostrando ancora un calo di fatturato dovuto ai prezzi più bassi ed una flessione dei lavoratori", commenta il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. "Certo, – avverte Bocca – questo dato leggermente positivo non può farci gridare al miracolo. A questo punto, però, il governo ci deve sostenere".
Tuttavia i dati di Assoturismo – associazione legata a Confesercenti – è molto diverso. Secondo l'organizzazione, infatti,le vacanze degli italiani, nell'estate 2013, sono caratterizzate da tagli seri ai budget destinati ai viaggi (con cali medi del 25%). E in aggiunta si registra la ‘fuga' dei turisti stranieri verso le più abbordabili Grecia o Turchia. Così a lamentare fatturati in calo non sono soltanto alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari (con flessione che vanno dall'8 al 10%), ma anche le agenzie di viaggio che vedono crolli del giro di affari fino a -30%.