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“Fallimento Thomas Cook è tsunami per albergatori italiani”, l’allarme di Federalberghi

Alberghi italiani vantano crediti per centinaia di migliaia di euro dal tour operator Thomas Cook. L’allarme dell’associazione degli albergatori italiani: “Le istruzioni della compagnia si soffermano sulla tutela dei turisti ma neanche una parola in relazione agli alberghi e agli altri partner, si mobiliti il Governo”
A cura di Antonio Palma
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Il crac finanziario di Thomas Cook, uno dei più antichi tour operator britannici, ha mandato all'aria non solo i viaggi e le vacanze di centinaia di migliaia di persone, tanto da rendere necessario un ponte aereo per rimpatriare i turisti bloccati, ma ha lasciato nei guai anche i tantissimi alberghi e strutture ricettive con le quali faceva affari e organizzava viaggi le mondo, compresa l'Italia. A ricordalo è Federalberghi lanciando un grido di allarme al governo perché si faccia immediatamente carico della vicenda che rischia di rivelarsi un vero e proprio "tsunami" economico, come lo ha definito lo stesso presidente della Federazione delle associazioni italiane Alberghi e turismo. "Siamo molto preoccupati. In poche ore, siamo stati contattati da molti alberghi, ciascuno dei quali vanta nei confronti del tour operator inglese crediti per decine di migliaia di euro, a volte centinaia di migliaia" ha spiegato infatti Bernabò Bocca.

"Le istruzioni diffuse dalla compagnia si soffermano sulla tutela dei turisti, bloccando la partenza di coloro che stavano per mettersi in viaggio e coordinando il rimpatrio di coloro che sono attualmente in vacanza. Ma neanche una parola in relazione agli alberghi e agli altri partner, che si ritrovano con il cerino acceso in mano"  ha sottolineato il Presidente di Federalberghi, aggiungendo: "Si conferma, ancora una volta, che la direttiva europea sui pacchetti di viaggio è una norma lacunosa, che non tiene conto del ruolo delle imprese turistico ricettive".

Thomas Cook, Federalberghi: "Governo intervenga per tutelare imprese italiane"

L'appello degli albergatori dunque è al governo italiano perché si mobiliti e faccia sentire la sua voce presso le autorità britanniche. "Chiediamo al Governo italiano di intervenire con urgenza presso le autorità inglesi e degli altri paesi in cui operano le altre società del gruppo di Thomas Cook, per tutelare la posizione delle imprese italiane" ha spiegato Bocca, assicurando che dal suo canto Federalberghi si è subito mobilitata per dare assistenza ai propri soci. "Federalberghi ha immediatamente contattato Hotrec, l’organizzazione europea degli albergatori, e le consorelle degli altri Paesi, per organizzare il confronto con il liquidatore e coordinare l’azione legale che si renderà probabilmente necessaria presso i tribunali inglesi. Ma i tempi saranno lunghi e l’esito a dir poco incerto. E nel frattempo, molte aziende italiane patiranno le gravi conseguenze di quanto accaduto". Nel frattempo si suggerisce agli albergatori di "informare eventuali clienti che hanno prenotato con Thomas Cook e che stanno per arrivare, affinché sappiano che dovranno saldare il conto in albergo, per poi chiedere alle competenti autorità inglesi il rimborso di quanto versato a Thomas Cook".

Sottosegretario Bonaccorsi: "Stiamo verifichiamo effetti e danni per le imprese italiane"

Una prima risposta dal governo all'appello di Federalberghi è arrivata dal sottosegretario del Ministero per i beni e le attività culturali con delega al Turismo, Lorenza Bonaccorsi. “Stiamo seguendo insieme al ministero degli Esteri le ripercussioni del fallimento Thomas Cook per verificare se ci sono nostri connazionali bloccati all’estero e nel caso dare loro assistenza attraverso l’unità di crisi della Farnesina che si è subito attivata" ha spiegato Bonaccorsi, aggiungendo che lo stesso ministero "sta anche verificando gli effetti e i danni per le imprese e i lavoratori del settore turistico italiano”.

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