Esplode il caso Seat Pagine Gialle: La società cede il 40% in Borsa

Una mare di debiti e il rischio fallimento sempre più concreto. Questo il motivo che ha spinto Seat Pagine Gialle a richiedere l'ammissione al concordato preventivo, così da garantire "la continuità aziendale, salvaguardando una importante e storica realtà industriale italiana”, alla luce dell'"impossibilità di far fronte" alle linee guida strategiche 2011-2013 e alle stime al 2015 elaborate in occasione della recente ristrutturazione. Lo si legge in una nota dell'azienda, che non nasconde di essere in crisi per un debito diventato nuovamente insostenibile. Gli impegni finanziari del gruppo per quest'anno sono di complessivi 200 milioni di euro, di cui 70 milioni per quota capitale e 130 milioni per interessi contro una stima di generazione di cash flow a servizio del debito di circa 50 milioni e una liquidità effettivamente disponibile pari a circa 100 milioni. Ma in presenza di "una forte contrazione della raccolta pubblicitaria", in un contesto profondamente mutato rispetto a quello in cui è maturato il piano industriale, il nuovo Cda ha preso atto "dell'impossibilità" di rimborsare i creditori. Seat ha inoltre decise di "non procedere al pagamento della rata semestrale di interessi dovuta il 31 gennaio 2013 sui prestiti obbligazionari in essere" e di "non procedere al pagamento delle rate per interessi sul finanziamento bancario senior" dovute domani, 6 febbraio.
Tonfo in Borsa – Dopo la richiesta di concordato preventivo e la sospensione del pagamento della rata degli interessi semestrali del 31 gennaio scorso sui prestiti obbligazionari, Seat è crollata a Piazza Affari. Il titolo è ha perso il 40%, raggiungendo un valore di 0,0008 euro. Tutta la società, in questo momento, vale davvero poco: solo 12,5 milioni di euro.