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Debutta il Redditometro, via ai controlli incrociati sugli ultimi 4 anni

L’agenzia delle Entrate accende il sistema: si parte con i controlli anti-evasione del 2010. Nel frattempo uno studio concentra nelle province del Meridione le zone più indiziate di rischio-evasione.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo gli annunci delle settimane scorse, il redditometro viene messo ufficialmente in funzione da oggi, 19 agosto. Si tratta, come è noto, del controllo incrociato tra redditi e consumi che ha l'obiettivo di portare alla luce eventuali disparità e, quindi, possibili evasori fiscali. Il periodo preso in esame dall'Agenzia delle Entrate sarà quello degli ultimi 4 anni. I primi redditi a passare per il setaccio del Fisco saranno quelli del 2009, che sono stati dichiarati nel 2010.

I controlli saranno serrati (il sistema incrocerà le informazioni di 128 banche dati) ma con tolleranza del 20% tra spese sostenute e redditi dichiarati (raggiunta quella scatterà l'attenzione e, quindi, gli accertamenti) e doppio contraddittorio per permettere ai contribuenti di giustificare eventuali incongruenze. Già a settembre, secondo i responsabili dell'Agenzia, potrebbero essere diramate le prime "convocazioni" di cittadini chiamati a rendere conto delle sopraggiunte anomalie. In questi casi, si dovrà dimostrare che, ad esempio, la casa o l’automobile è stata acquistata con i risparmi degli anni passati, o con soldi già tassati, perché magari sono rendite finanziarie, o che è stata una donazione da parte di familiari. Per queste ragione, se si beneficia di un prestito, anche da un amico o da un parente stretto, il consiglio è di fare una scrittura privata. Ad ogni modo, se le prove sono convincenti (atti, o i bonifici o le fatture) il caso si chiude, senza conseguenze.

E proprio nel giorno della messa in funzione dello strumento per la verifica degli scostamenti tra reddito dichiarato e consumi, uno studio pubblicato dal Sole 24 Ore ha redatto la classifica delle province italiane più a rischio-evasione. Come in precedenti elaborazioni simili, le maggiori instabilità arrivano dalle zone del Sud, ma con minore distacco rispetto al Settentrione, che rimane tuttavia la fascia con maggiore fedeltà fiscale.

Queste le dieci province italiane meno a rischio-evasione:

1. Milano e Bologna
3. Trieste
4. Forlì-Cesena
5. Parma
6. Ancona. Torino, Padova e Vercelli
10. Modena

Queste, invece, quelle considerate meno fedeli:

103. Ragusa
102. Agrigento
100. Trapani e Catania
98. Messina e Viterbo
96. Crotone e Caserta
94. Latina e Rieti

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