Canone Rai: obbligatorio conservare la ricevuta del pagamento per 10 anni

Quanti di voi, dopo aver pagato una bolletta, hanno gettato la ricevuta nella spazzatura senza pensare alle conseguenze? Si tratta di un errore che può costare molto caro, dal momento che bisognerebbe conservare la "prova" dell'avvenuto pagamento almeno per cinque anni, tempo che tuttavia raddoppia per quanto concerne il canone Rai, probabilmente la tassa più odiata dagli italiani. Come spiega Il Sole 24 Ore, infatti, "per un intreccio tra due articoli del Codice civile – il 2946 e il 2948 – l’addebito del canone nella bolletta elettrica allunga da cinque a dieci anni il tempo per il quale bisogna conservarla, in ossequio alla prescrizione decennale prevista per i tributi".
Distruggere le ricevute rappresenta un errore, e in barba alla "rivoluzione" digitale da anni sventolata in Italia i consumatori sono tenuti a conservare centinaia di "ticket" da mostrare, in copia originale, qualora ve ne fosse la necessità, con buona pace dello sviluppo tecnologico che orma consentirebbe a qualsiasi ufficio di fare copia digitale di un documento in pochi secondi ed archiviarlo.
Il canone Rai, dunque, si prescrive dopo 10 anni, mentre per le altre utenze (acqua, luce senza canone, gas), sono confermati i cinque anni. Come spiega il sito specializzato "La legge per tutti", "chi perde la bolletta della luce prima dei 10 anni ma dopo i cinque, in caso di contestazione della compagnia elettrica non è tenuto a pagare alcunché perché la prescrizione per l’utenza si è già verificata. Qualora, invece, la contestazione provenga dall’Agenzia delle Entrate e riguardi il mancato pagamento del canone Rai, l’utente sprovvisto della ricevuta di pagamento dovrà pagare nuovamente, non potendo dimostrare altrimenti l’adempimento all’obbligo tributario".