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Donald Trump annuncia nuovi dazi alla Cina per 200 miliardi

Donald Trump ha annunciato una nuova ondata di dazi su una serie di prodotti Made in China per un valore di 200 miliardi di dollari, pari a circa la metà dell’import di tutti i beni cinesi negli Stati Uniti. Le nuove tariffe scatteranno a fine settembre e, senza un accordo, si inaspriranno ulteriormente da gennaio 2019.
A cura di Susanna Picone
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L’amministrazione americana di Donald Trump ha annunciato una nuova ondata di dazi sul “Made in China” per un valore di 200 miliardi di dollari, pari a circa la metà dell’import di tutti i beni cinesi negli Stati Uniti. Si tratta di tariffe del 10 percento che entreranno in vigore il prossimo 24 settembre e saliranno al 25 percento a partire dal primo gennaio del 2019. Con la nuova stangata sale a 505 miliardi di dollari l'ammontare di prodotti Made in China colpiti dai dazi di Trump. Tra i beni di consumo che saranno interessati dalle nuove tariffe, i condizionatori d'aria, le candele di accensione dei motori, il mobilio e le lampade. La Casa Bianca ha rimosso circa 300 prodotti, compresi gli smart watch di Apple e di altri competitor, elmetti per le bici e seggioloni, rispetto alla lista inizialmente stilata. “Se la Cina farà azioni di ritorsione contro i nostri agricoltori o altre industrie, perseguiremo immediatamente la fase 3 che è costituita da tariffe addizionali su circa 267 miliardi di dollari di importazioni”, ha minacciato il presidente Donald Trump, sottolineando di essere pronto a imporre dazi sul 100 percento delle importazioni cinesi.

Cina valuta una risposta all'ultima offensiva – La Cina aveva già annunciato misure di rappresaglia per 60 miliardi di dollari. “Per mesi abbiamo esortato la Cina a modificare le sue pratiche scorrette e a garantire alle società americane un trattamento reciproco ed equo”, ha rimarcato il presidente. Il vicepremier di Pechino, secondo quanto riferisce una fonte al corrente dei movimenti di dirigenti politici cinesi citata dall'agenzia Bloomberg, ha convocato un incontro tra alti funzionari per valutare una risposta all'ultima offensiva del presidente americano e valuta l'ipotesi di annullare i colloqui con gli Stati Uniti sul commercio previsti per la settimana prossima.

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