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Dati Istat: la disoccupazione giovanile sale al 29,6%

Secondo i dati dell’Istituto di Statistica Italiana nel primo trimestre del 2011 l’occupazione ha avuto un lieve incremento, in controtendenza rispetto alla situazione giovanile che è sempre più problematica. In particolare il 46% delle giovani donne del Mezzogiorno è disoccupata.
A cura di Antonio Palma
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Secondo i dati diffusi dall’Istat, nel primo trimestre del 2011, si è arrivato ad un nuovo record per la disoccupazione  giovanile che sale al 29,6%, con un +0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E’ il tasso più alto da quando si registrano le serie storiche omogenee, cioè dal 2004, dovuto in buona parte al picco della disoccupazione femminile nel Mezzogiorno, che raggiunge il 46,1%.

La disoccupazione, secondo i dati provvisori, a maggio ha avuto un lieve incremento dello 0,1% rispetto ad aprile, portando il numero dei disoccupati oltre i 2 milioni. Su base annua, invece, c’è un’inversione di tendenza, si è passati dall’8,6% di maggio 2010 al 8,1% di quest’anno, con un aumento dell’occupazione femminile. Sempre su base annua anche gli occupati sono cresciti lievemente, con un +0,2% .

Per quanto riguarda i dati generali, il primo trimestre di quest’anno ha visto una diminuzione della disoccupazione, che è scesa all’8,6% rispetto al 9,1% del primo trimestre dell’anno scorso. Un dato dovuto in larga parte ai lavoratori del centro-nord ed in particolare alle donne. Una maggiore occupazione che, però, sta cambiando notevolmente il suo volto, infatti, continuano a diminuire i lavoratori con contratti a tempo indeterminato, mentre sono in continua crescita i contratti a termine con un +4,1% che  interessano sia gli uomini sia le donne. Un cambiamento che riguarda anche il tempo di occupazione con un incremento dei lavoratori part-time che fa segnare un +2,3% rispetto all’anno scorso. Il part-time, però, è soprattutto di tipo involontario, cioè coinvolge persone che non hanno trovato un lavoro a  tempo pieno.

Sempre secondo l’Istat si è verificato un aumento della popolazione inattiva, cioè di coloro che non sono in cerca di un lavoro, con un +0,9%. L’incremento maggiore è nel centro Italia con un +2,9%, mentre a nord e a sud la crescita è più contenuta e riguarda soprattutto la popolazione maschile. L’aumento della popolazione inattiva è dovuto solo agli stranieri e principalmente alle donne e ai giovani che non hanno cercato un lavoro soprattutto per motivi familiari o perché impegnati in percorsi di istruzione.

Nel dettaglio i settori  che hanno avuto un incremento maggiore di occupazione sono quelli dell’agricoltura, che registra una crescita del numero di occupati pari al 1,2% concentrati nel Mezzogiorno, e quello del’industria in senso stretto con uno +1,5%. Significativa riduzione del numero di occupati, invece, nelle costruzioni con un -5,3%.

Intanto l’Eurostat ha reso noto che in Europa, a maggio, la disoccupazione si attesta al 9,9% con una diminuzione rispetto all’anno precedente. Rispetto ad aprile il numero dei disoccupati è diminuito nell’area dei 27, mentre è aumentato nell'Eurozona.

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