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D’Alema e Renzi: la lite continua

Massimo D’Alema rilancia il suo sostegno a Pierluigi Bersani per le primarie del centrosinistra e non risparmia frecciate a Matteo Renzi. L’ultimo atto di una “battaglia senza esclusione di colpi” tra i due.
A cura di Redazione
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D'Alema-copasir

Li avevamo lasciati a litigare sul futuro del centrosinistra e delle loro rispettive carriere politiche, li ritroviamo ad immaginare scenari futuri nel post primarie. Massimo D'Alema e Matteo Renzi, uno dei pochi casi di politici in disaccordo su tutto, dalle questioni interne al Partito Democratico alla scelta delle alleanze, passando per il ruolo della politica ed arrivando fino ai "requisiti necessari" per governare il Paese. Questioni sulle quali D'Alema è tornato nel corso di un'intervista rilasciata al Mattino, a margine della presentazione del Manifesto degli intellettuali per Bersani: "Abbiamo bisogno della politica, diffidate da chi, sulla scia del berlusconismo, ritiene che i partiti debbano farsi da parte. Ma la politica da sola non può farcela. Occorre una grande mobilitazione, le competenze devono scendere in campo […] Diffidate da chi è pronto ad andare da solo alle elezioni. Non è possibile, il Pd non potrà raggiungere la maggioranza con le sue uniche forze. Occorre costruire una coalizione".

Un punto sul quale Renzi è sempre stato in disaccordo, ritenendo che "possiamo puntare al 44%. Già oggi grazie alla discussione sulle primarie siamo saliti dal 25% al 32%"; rilanciando insomma in qualche modo la vocazione maggioritaria del Partito Democratico, una delle "criticità" dell'impostazione veltroniana. Così come sulla "possibilità" o meno che Renzi riesca a farsi carico della responsabilità di governare il Paese, ovviamente tra i due le valutazioni divergono sensibilmente. Insomma, da una parte il "vecchio" leader che continua a prefigurare scenari catastrofici per il partito ed il Paese nel caso alle primarie dovesse spuntarla Renzi, dall'altra il rottamatore che ha fatto della sua polemica con D'Alema uno dei tormentoni della sua campagna elettorale ("se vinco finisce la sua carriera parlamentare, non il partito"). Il tutto mentre mancano 3 giorni al voto ed i sondaggi sembrano confortare Pierluigi Bersani…

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